Il Tevere sembra
aver determinato il nome Regola che deriva da renula la soffice
sabbia che il fiume, dopo le piene, depositava nelle vicinanze.
Addentrandoci nella storia del rione Regola evidenziamo quanto
strettamente sia connesso ai precedenti e al successivo per la
struttura, per il sistema viario e per la densità e la qualità di
popolazione che ha contenuto e che ancora vi è presente.
Alle origini tutto il territorio che costeggiava la parte sinistra del
fiume era il Campo Marzio e, in questo ambito, vi era la sezione ove si
allenavano gli aurighi che dovevano gareggiare nel Trigarium.
CALORE ROMANO
Chi viè a Roma da
lontano
doppo un po’ che s'è scallato
puro si è un
americano
pòi pijallo pé romano.
Ma ch’ è er sole
che così
lo riscalla tanto qui ?
No! Er calore lui
lo sente
drent'ar core de la gente.
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Regola, nella suddivisione augustea, fece parte della IX Regione col
nome di Circus Flaminius e, con la fondazione del Borgo
nel 1586, prese il curioso nome medioevale di Arenule et
Chacabariorum dovuto alla chiesa omonima.
I
Bufalieri, gli Orsini, i Del Bufalo, i Mignanelli, i Farnese, gli
Specchi sono solo alcuni dei nomi più rilevanti che hanno dato lustro a
questa zona centralissima e che hanno scelta per edificarvi sfarzose
dimore con l’aggiunta di quelle di altrettante famiglie facoltose che
dal 400 vi si sono avvicendate provenienti dalla Toscana, dal napoletano
e dalle Marche.
Spagnoli e francesi fecero altrettanto e un po’ per il clima, un po’ per
motivi personali vi si sono istallati definitivamente e avvalendosi
dell’opera dei più valenti artisti hanno lasciato testimonianze
ineguagliabili nella costruzione dei loro palazzi e dei luoghi di culto
dedicati ai Santi patroni.
La
riorganizzazione del 1744 fece diventare Regola un intrico di situazioni
urbanistiche e sociali giacché nella ristretta area di 318.897 mq. si
annoveravano dimore principesche, chiese e collegi, ambasciate,
ospedali, banche, prigioni e umili case.
Nel 1870, a causa della costruzione dei muraglioni sul Tevere progettati
dall’ingegner Canevari, la trasformazione divenne sostanziale perché fu
inevitabile affossare una parte del rione facendo sparire il Gonfalone,
S. Eligio, Bravaria e il Mulino addossato al Ghetto.
In seguito nell’aprire la via Arenula e poi, per la costruzione del
Ministero di grazia e giustizia, si distrusse una parte di via delle
Zoccolette con la chiesa di S. Salvatore in Chacabaris
sopraccitata.
Entro la
Regola tumultuosa, così ricca di fatti e aneddoti culturali e storici
legati a personaggi famosi e originali, sembra esservi rimasta
l’impronta di ogni accadimento.
Tutto parla della storia passata: dalla casa del poeta Pietro Trapassi
detto Metastasio, a quella dell’ultimo tribuno di Roma, Cola di Rienzo,
dalla cupa storia di Beatrice Cenci, al ricordo della svedese Regina
Cristina che dal 1626 al 1689 abitò a Palazzo Corsini di via della
Lungara e che coi suoi scudieri attraversava il Tevere per recarsi alla
Regola.
Nella chiesa di Santa Brigida, officiata da suore svedesi, è visibile,
nella Cappella di sinistra, la Santa ( di nobili origini svedesi)
appaiata alla regina Caterina di Svezia in un’opera alquanto arbitraria
per l’accostamento fatto da Eugenio Cisterna.
Percorrendo
via Monserrato par di udire il salmodiare del corteo papale che la
percorreva per recarsi dal Laterano a San Pietro, quindi, una parte
della via papalis, si chiamò prima Arenula, anticipando l’arteria
moderna e, poi, Curia Savella. Furono le genti spagnole a chiamarla
Monte Segato in onore del santuario dedicato alla Madonna che si
trova su quel monte che in lingua iberica suona Mont Serrat.
In questa breve strada rutilante giungevano le grida dei condannati
delle vicine Carceri e i Cori dei preti delle molte chiese.
Approfondimenti
Tutto il territorio
ai due lati del Tevere era paludoso per i continui
straripamenti del fiume fino a che nel 1873, su progetto
del Viviani, fu bonificato il terreno e costruiti i
muraglioni che resero la zona più vivibile e sana. Vi
sorsero chiese e monasteri e palazzi di principi e
cardinali. Uno di questi é palazzo Cenci dove si maturò
la tragedia della famiglia omonima la cui giovanissima
figlia Beatrice, accusata insieme ai due fratelli della
morte del padre, loro perfido aguzzino, venne decapitata
a ponte S.Angelo : la leggenda vuole, che il suo
fantasma torni a passeggiarvi ogni 11 di settembre, data
dell’esecuzione, con la propria testa sottobraccio.
Le
antiche dimore ricche di opere d’arte sono sempre mete
di visitatori entusiasti. Come il palazzo Farnese presso
Campo di fiori dove c’è l’Ambasciata di Francia e
Palazzo Spada ove ora risiede il Consiglio di Stato e
che attira molti visitatori perché mostra i suntuosi
stucchi di Giulio Mazzoni sia all’esterno che
all’interno. Inoltre ha una Galleria con quattro sale di
esposizione artistica e nel cortile il suggestivo
trompe-l’oeil commissionato nel 1632 dal cardinale
Bernardino al Borromini che fu aiutato dal matematico
Padre Giovanni Maria di Bitonto. Si tratta di una
illusione ottica di una galleria lunga 37 metri , mentre
, nella realtà è di soli 8 metri che è formata da una
sequenza di colonne terminanti con una scultura che
appare a grandezza naturale mentre misura solamente 60
centimetri. Di queste opere d’arte ce ne sono a dovizia
nei cortili degli antichi palazzi che ora è possibile
ammirare attraverso le visite guidate visitare.
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All’inizio, proprio all’incrocio con via del Pellegrino vi erano case di
mondane fra cui quella della bella Imperia, al secolo Lucrezia Cognati
Paris, la cui madre, cortigiana di ceto medio seppe ben istruirla nelle
arti seduttive che, ammaliato, il divino Agostino Chigi ne fece
la sua prediletta amante.
Ma la bellissima Imperia dopo aver avuto molti amanti di alto rango, il
13 agosto 1512, a soli trentuno anni, si avvelenò per l’amore non
corrisposto del nobile Angelo del Bufalo.
Non c’è dubbio che la sua
effige si nasconda in qualche nudo di Venere o di altra Dea eseguito da
Raffaello che fu suo vicino di casa e molto amico.
La delimitazione di Regola : via del Progresso, via S. Maria del Pianto,
piazza B. Cairoli, via dé Giubbonari, piazza Campo dè Fiori, via dé
Cappellari, via del Pellegrino, via dé Banchi Vecchi, via delle Carceri,
vicolo della Scimmia, riva sinistra del Tevere fino a via del Progresso. |