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Il mondo dell'informatica
osservato
dalla... terza età
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Dalla Rivista online
Shiny news |
16.3.08
Analisi delle chiavi di ricerca: quante
parole si usano?
Quasi un terzo dei navigatori non si
accontenta di ricerche generiche nei motori, ma effettua richieste
con stringhe di almeno tre parole. Un atteggiamento che può
influenzare le scelte di marketing.
Quasi un terzo degli utenti usano i motori di ricerca con intenti
specifici. Lo dicono i dati di una ricerca condotta nel mese di
ottobre da Shinystat su un campione di oltre 40 mila account del
proprio network. Le chiavi di ricerca prese in esame sono state
4.668.423. I dati, rigorosamente aggregati, che ne sono scaturiti
spiegano che la maggioranza delle ricerche è condotta con stringhe
composte da più parole: il 24,35 per cento con due parole, il 29,68
per cento con tre parole. Meno della metà, quindi, sono le ricerche
di carattere genericamente informativo: solo il 42,51 per cento.
Infine, le stringhe di ricerca con più di tre parole sono il 3,46
per cento.
Oltre le tre parole
Intanto, bisogna registrare una prima notazione tecnica: molti bot o
spider scandagliano i motori di ricerca con frasi di quattro o
cinque elementi o più. I bot (o robot) e gli spider sono piccoli
programmi automatici che passano in rassegna la Rete al fine di
catalogare determinate informazioni raccolte secondo parole chiave:
il sistema è lo stesso utilizzato anche dagli stessi motori di
ricerca. Tuttavia, gli spammer creano bot che si appoggiano ai
motori di ricerca inserendo delle chiavi abbastanza dettagliate (e
per questo tipicamente composte da 4 o 5 o anche 6 termini) per
cercare informazioni, tipicamente indirizzi e-mail del sito. In
Italiano, le ricerche dei bot andrebbero sui motori più usati per
esempio con una chiave del tipo “contatti webmaster scrivi indirizzo
mail”. E sebbene il fenomeno sia molto più marcato per le ricerche
in inglese sui motori internazionali, è ragionevole pensare (non
esistono dati su questo tipo di operazioni automatiche) che i bot
scandaglino anche la Rete italiana e di conseguenza influenzino i
dati per le stringhe di ricerca con più di tre parole. Il valore
complessivo, comunque, è così tanto distante, almeno 20 punti
percentuali dagli altri dati, da risultare non determinante
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13.8.07 COSTRUIRE UN SITO WEB
L'inventario dei contenuti
Nella creazione di un sito, in una fase di restyling o anche solo di
controllo sulla qualità di pagine Web esistenti, una procedura
fondamentale è l'inventario dei contenuti, premessa indispensabile
all'organizzazione del contenuto e all'architettura
dell'informazione.
Attraverso le tecniche e le metodiche dell'architettura
dell'informazione si cerca di realizzare siti Web usabili da parte
degli utenti e soddisfacenti gli obiettivi dichiarati del sito.
L'organizzazione delle informazioni, però, non può prescindere da
una fase analitica iniziale che mira a identificare con certezza (o
comunque nel modo più certo possibile) alcune caratteristiche
generali del sito. In questa fase preliminare di analisi si colloca
il content inventory, l'inventario, la catalogazione dei contenuti.
Questo procedimento mira a portare a conoscenza effettiva tutto il
contenuto pre-esistente, eventualmente indicando anche le linee di
sviluppo contenutistico su cui lavorare.
La parola nell'home page
La scrittura di un sito è importante, ma nell'home page è
fondamentale. Nella pagina d'apertura di un sito tutto deve essere
registrato alla perfezione, a partire dalla parola.
Abbiamo già scritto diverse volte dell'importanza del contenuto e
della scrittura per i siti Internet. Se ciò è vero in generale,
ancora maggiore importanza riveste il testo scritto nell'home page:
da essa il navigatore può essere indotto a fermarsi o proseguire, e
quindi grafica e testo devono essere complementari e senza
sbavature. Ma mentre la grafica può essere sempre suscettibile di
gusti e sensazioni personali, la parola no. La parola deve essere
perfetta.
Regole generali
Prima di valutare nel dettaglio quali siano gli accorgimenti
migliori per la scrittura in home page, vale la pena ricordare che
su Internet la parola è un completamento della grafica, e viceversa,
ancora più che su altri medium. Pertanto, in funzione del tipo di
comunicazione che si va ad approntare, del target da raggiungere e
degli scopi della pubblicazione, si dovrà adeguatamente valutare il
carico e i pesi del testo scritto e della pagina. Inoltre, l'altra
considerazione di assoluta verità riguarda la forma:
indipendentemente dalle altre scelte, infatti, non possono esserci
errori d'ortografia o sintassi, per alcun motivo. Dalla
presentazione del sito gli utenti decidono se proseguire o meno, e
nulla è più disturbante di una pagina con errori evidenti.
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13.2.07 Frodi in crescita con il
phishing
Aumentano le frodi e aumentano i costi. Al
contrario, le possibili difese stentano a essere organizzate: siamo
di fronte a un pericolo per l'e-commerce e i servizi di e-banking?
Le frodi online costituiscono un pericolo sempre più grande e con
costi sempre maggiori. A essere nel mirino sono direttamente i conti
correnti bancari e la questione diventa ancor più difficile da
combattere: è il cosiddetto phishing,
la tecnica di usare e-mail "esca" per carpire le informazioni
necessarie a operare sul conto corrente online. La società di
analisi statunitense Gartner ha calcolato che nell'ultimo anno si
sono registrate perdite pari a oltre 6 miliardi di dollari
imputabili a questo tipo di frodi.
Camuffarsi per ingannare
Il phishing è fenomeno in costante espansione: utilizza le
stesse strategie di comunicazione di banche e istituti di credito.
Il cliente riceve una e-mail all'apparenza - per grafica, contenuto
e stile - proveniente dalla sua banca. In realtà, un inganno:
l'e-mail dirotta il cliente su un sito civetta, anche questo copia
di quello bancario. Da lì, tutte le informazioni bancarie personali
possono essere comodamente estorte. E naturalmente, l'inganno può
riguardare anche siti di e-commerce o aziendali. Grandi aziende e
famosi istituti bancari sono stati "clonati" per raggirare l'utente.
I delinquenti utilizzano le informazioni estorte per svuotare i
conti correnti con bancomat e carte di credito rubate, oppure per
fare acquisti online molto costosi. Alcune banche e gestori di carte
di credito sono in grado di rimediare parzialmente al misfatto,
facendosi carico delle perdite cui gli utenti vanno incontro. Molto
resta ancora da fare, tuttavia, in fase di prevenzione: il divario
esistente tra le strategie utilizzate nelle frodi online e i sistemi
di difesa stenta a essere colmato. |
21.1.07
Quale metodo di
pagamento per l'e-commerce
I metodi sperimentati sono tanti, ma ancora non si vede una
formula in grado di sostituire l'uso della carta di credito.
Il principale metodo di pagamento per le transazioni commerciali
online è sicuramente la carta di credito, ma non si tratta
dell'unico possibile. Uno standard non esiste ancora, e le aziende
sono libere di utilizzare la forma preferita per le proprie
transazioni. Con una grande preoccupazione: la sicurezza. Infatti,
dei tanti metodi sperimentati finora, ancora ne manca uno che possa
dare garanzie di sicurezza al 100%.
Un freno per l'e-commerce?
La mancanza di sicurezza è spesso indicata come un possibile
ostacolo alla crescita dell'e-commerce. E sicuramente è vero. Ma la
questione è se nei sistemi in uso oggi manchi la sicurezza. E la
risposta, francamente, sembra essere no. Per meglio precisare,
online non c'è minore sicurezza di quella che si può avere offline
nei sistemi di pagamento elettronici. Perché mai l'uso di una carta
di credito in un ristorante dovrebbe essere più sicuro che su un
sito di vendita online di cibi tipici? I malintenzionati esistono
tanto online quanto offline.
Sicurezza garantita
L'uso di server sicuri che basano le loro funzioni sul protocollo
SSL (Secure Socket Layer), abbinato al protocollo di sicurezza
S-Http (Secure hypertext transfer protocol) dovrebbe fornire
un'adeguata garanzia rispetto alla tutela delle transazioni.
Infatti, tra server e browser si instaura un collegamento sicuro,
poiché i dati in transito sono criptati, e quindi, in teoria,
illeggibili anche se intercettati. Un sistema utilizzato
quotidianamente da centinaia e centinaia di siti di e-commerce in
tutto il mondo, e da migliaia e migliaia di utenti. Per quanto
riguarda la transazione, la garanzia di sicurezza è elevatissima. E
poi, bisogna ricordare che la maggior parte delle frodi informatiche
è condotta facendo leva sull'errore dell'utente, che dà
volontariamente - benché inconsapevolmente - i propri estremi a un
soggetto terzo malintenzionato.
Quindi bisognerebbe agire forse di più sulla cultura informatica
degli utenti, piuttosto che su nuove procedure di sicurezza. |
9.1.07 La teoria dell'Information
foraging
Secondo tale teoria, i navigatori sono essenzialmente dei
procacciatori di informazioni e come tali agirebbero. Internet è
inteso nel suo senso sociale e antropologico piuttosto che in quello
tecnologico: non come mezzo ma come ambiente. E in questo ambiente,
gli utenti si muovono proprio come i primitivi o gli animali nella
giungla, solo che invece di cibo cercano informazioni, dati,
contenuti.
Gli autori
Il concetto non è nuovo, e gli addetti ai lavori lo conoscono almeno
dal 1993, quando fu formulato da Stuart Card e Peter Pirolli del
Palo Alto Research Center. Da allora, non sono mancati gli articoli,
le riprese e le osservazioni a quella teoria. Lo scorso anno, Peter
Pirolli è tornato sull'argomento in modo esteso con una nuova
pubblicazione, non semplice, a detta degli esperti, e basata su
cognizioni scientifiche rigorose (Information Foraging: A Theory of
Adaptive Interaction With Information). È prevedibile, quindi, che
nei prossimi anni il dibattito sull'usability sarà nuovamente
influenzato da questa teoria.
Qualche spiegazione
Senza addentrarsi in una lunga e complicata esposizione, non priva
di rischi interpretativi, vale però la pena di esporre almeno
qualche semplice similitudine per capire come, secondo la teoria,
gli utenti si muovono online. La caratteristica predominante della
similitudine alla base della teoria è quella del maggior risultato
con il minimo sforzo. E già questo da solo probabilmente getta una
nuova luce sulla realizzazione dei siti Web.
Scrivetemi su questi articoli,
discutiamone
all'altro capo del filo mariafelice risponde
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