Corrispondenze dal Computer |
Ho un'amica CHE... | ||
Sì d'accordo, non è poi argomento da scriverci un
articolo. Dell'amicizia hanno già scritto penne ben più capaci e aguzze della mia anche perchè io non scrivo con la fatidica penna ma
semplicemente digito al computer. Insomma veniamo al dunque
di questa amicizia. Inizio col buttare alcuni "oggetti" evidentemente inutili sul desktop: sento un primo lamento alla mia destra, è lei, l'Amalia, che mi si è seduta accanto in fretta per vedere quello che sto facendo. Tutto sommato non è che le dispiaccia troppo il mio senso di pulizia informatica. No, è che teme per il suo amato cestino. Voi forse non sapete nemmeno cos'è un cestino informatico, scoppiante lì sul desktop, traboccante di oggetti in attesa di essere eliminati: ma è per quello che uno ha il cestino santa pace! Trova un file che non gli serve più e lo butta nel cestino in attesa di accumularne diversi altri e dare poi il fatidico e tanto gustoso ordine "Svuota cestino"! Che senso di sollievo accompagnato però sempre da un barlume di apprensione: non avrò buttato via anche qualcosa di utile? Invece sapete cosa fa lei, l'Amalia del mio cuore? A parte il fatto che non svuota mai il cestino (e la ragione ve la svelerò poi), dirotta il mio interesse da quel coso e mi fa: "guarda piuttosto nei programmi e butta qualcosa da lì, mio figlio, ogni volta che viene a trovarmi carica sul mio Pc tutti i CD-Rom che trova allegati alle varie riviste. Saranno quelli a pesare." Effettivamente pesano e anche tanto.
C'è tutta la serie dei dizionari, c'è l'enciclopedia della musica, ci
sono tutti i Cd che il buon figlio porta a mammina dai suoi settimanali
viaggi quà e là per il mondo. Sfilate di paesaggi meravigliosi,
incantati viaggi nei mari del sud, monti e mari visti dall'alto. Non si
finisce più. Guardo la mia amica e le chiedo: posso? Lei rassegnata ma
anche rassicurata che così non toccherò il cestino mi dice di sì, mi
dà il permesso di buttare, buttare tutto. Siamo
arrivati dunque alla delucidazione, alla spiegazione estrema, alla
scoperta di sè stessi.
Volete la verità? Per farla
breve, Amalia non ha editori. Ogni tanto nel corso della sua lunga vita ha
messo mano al borsellino pagandosi profumatamente un tipografo che le ha
consegnato poi cinquecento preziose copie del libro, capolavoro della sua
vita, dove c'è la storia, i personaggi, la vita vissuta, l'amata città,
la famiglia, i dolori (tanti) e le gioie (quante?) di una vita di madre,
di figlia, di moglie sofferente, di nonna, di bisnonna, di vicina di casa,
di amica, di cittadina. Un capolavoro che ha
sistemato a pacchi così come glielo aveva consegnato il tipografo, sotto
la credenza del tinello, in attesa di vendere. Non so se ha mai recuperato
i soldi spesi, di certo non ha guadagnato nulla. L'ho
scoperto per puro caso quel giorno di qualche mese fa quando appunto,
desiderosa di fare un po' di pulizia sul suo desktop mi azzardai ad aprire
il cestino per vedere cosa c'era dentro e dare quindi il famoso ordine di
"svuota tutto". La sua mano si poggiò quasi tremante sul mio
braccio destro che tenevo poggiato sul mouse. Lo sai, mi disse, nel
cestino tengo tutti i miei lavori perchè il desktop è troppo affollato e
lì stanno al sicuro. Al sicuro finchè non ci sono io - pensai. maffi |
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Rimanere a casa? Guardando
fuori della finestra il bel sole in arrivo dopo tanta pioggia mi è
venuta in mente l'estate che forse arriverà nonostante tutto. Un
sospiro di sollievo liberatorio ma poi ho pensato che sarebbe stato
bello anche rimanere, visto che quest'anno ho il mare a due passi. Bene,
dalle risposte che ho ricevuto scaturisce questa mia piccola inchiesta. Il
motore di ricerca poteva quindi scegliere tra molte possibilità e non
mancarne nemmeno una. Lì per lì formulo delle ipotesi che mi
vengono in mente e mi pongo al posto del "motore". Lo
voglio proprio sfidare, paragonare le sue pantagrueliche capacità con le
mie esperienze acquisite in anni x di vita e contenute in una mente sola,
umana, svantaggiata. Forse perderò la sfida. Ad esempio potrei essere un'anziana e chiedere consiglio (sempre al suddetto motore di ricerca) se continuare a rimanere in casa a vivere da sola (se sono ancora in grado di farlo), oppure se andare dai figli (se questi sono d'accordo e se l'idea non dovesse dispiacermi troppo), oppure decidermi per una casa di riposo (se ho una pensione che basti a sopperire le spese), un istituto geriatrico (ma anche qui ci vuole un contributo per quanto minimo sia) o comunque una casa di accoglienza o una comunità di anziani che si sostengono a vicenda come ne ho viste alcune che mi hanno colpito per la loro novità e sfida provocatoria. Potrei
essere un bambino/a giovinetta/o (ormai telefonano al Telefono Azzurro e
scrivono ai settimanali, figuriamoci se non navigano in Internet!) che,
dopo una litigata con i familiari, un voto brutto preso a scuola, una
delusione amorosa non sa se rimanere in
casa o
scappare lontano, alla chetichella per farsi poi cercare per tutto il
paese dalle forze dell'ordine e dai genitori disperati. Ma come domanda
potrebbe essere valida. I giovani, oltre che al computer, navigano spesso
nell'incertezza, è un'età quella che necessita sostegno, comprensione,
pazienza, lungimiranza, vigilanza.È un'età difficile, la più fragile
di tutte direi. Un bimbo appena nato cerca il seno materno e lì trova
tutto quello di cui ha bisogno: è forte. Un bambinetto di cinque-sei anni
strilla e vuole affermare la sua personalità dicendo sempre di NO a tutto
e a tutti ma è felice (è forte) se le condizioni intorno a lui sono
quelle di una famiglia unita e serena. Verso i dieci undici anni iniziano i pensieri
corroborati da quelli degli amici, dei compagni di scuola, pensieri che
non sono veramente pensieri. E' come se fosse cambiato qualcosa di dentro.
Gli affetti sembrano meno stabili e non raggiungono quei picchi che
denotavano l'appartenenza al nucleo familiare di qualche anno fa. Inizia l'era, sebbene
appena agli albori, dell'insoddisfazione, dell'incertezza, quando ti senti
brutto, inadeguato, troppo magro o troppo grasso, scarso a scuola,
incompreso a casa, a volte sfuggito dai compagni. Potrei essere una donna disperata, ferita, sola, in cerca di consiglio. Una moglie tradita che non sa se rimanere e continuare a subire angherie varie o prendere il coraggio a quattro mani e ricominciare tutto daccapo. Il divorzio non alletta mai una donna. E spesso la paura delle ritorsioni ma anche dell'incerto futuro la fa desistere, per non parlare del problema figli. Ed allora, in un pomeriggio qualsiasi, lasciata sola in casa, ecco che il famoso motore di ricerca diventa umano, amico, non una voce ma una risposta alle domande che affluiscono alla mente. Basta inserire la domanda giusta, magari usando la "ricerca avanzata", quella che ti permette di scegliere più possibilità, un campo più vasto anche in... tutto il Web. Rimanere a casa? Ecco
che poteva essere anche una di queste domande, la mia, al motore di ricerca
invece dell'informazione per una banale vacanza. Ma attenzione! La mia
domanda nascondeva un trabocchetto e il motore ci è cascato dritto dritto
per timore di sbagliare non per mancanza di informazione. Mi
ha dato tutte le risposte ai quesiti sopra citati, mi ha consigliata a vasto raggio, mi ha
sussurrato nell'orecchio le risposte giuste, mi ha consolata, mi ha
fornito indirizzi e non si è fossilizzato come avrebbe fatto forse un...
umano. Un motore, sapete, è senza cuore, ma al posto della mente sapete
cos' ha? Ha... un motore, appunto. mfr
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