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Barroso: "Il destino della Costituzione
è ormai nelle mani degli Stati membri"

 

Messina, 4 giugno 2005 – Il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso è intervenuto all’ incontro celebrativo della Conferenza di Messina che proprio cinquant’anni, su iniziativa del governo italiano e dell’allora ministro degli Esteri Gaetano Martino, vide riuniti nella città siciliana i rappresentanti dei paesi promotori, che decidevano di dare maggiore impulso al processo di integrazione europea.

Barroso è ritornato a parlare del risultato negativo dei referendum francese e olandese. “Cosa faremo ora? Dobbiamo rinunciare all’Europa proprio a distanza di cinquant’anni da quando i coraggiosi visionari di Messina la avviarono verso una nuova politica di stabilità e di prosperità? O piuttosto – ha detto - dobbiamo lottare per trovare un nuovo consenso politico e sfruttare questo momento difficile come un mezzo per rilanciare l’Europa ? Occorre innanzitutto sottolineare chiaramente che le ratifiche competono in primo luogo agli Stati membri. Ad essi spetta decidere quando e come ratificare e se desiderano mantenere l’impegno preso o modificare la loro posizione. Tuttavia, ciò che oggi mi sembra importante è che gli Stati membri reagiscano insieme, evitando azioni unilaterali e dispersive”.

Il presidente Barroso ha evidenziato di aver chiesto a tutti i paesi di attendere il Consiglio europeo del 16 e 17 giugno per decidere la loro posizione: “È importante che il Consiglio ne discuta e invii un messaggio chiaro a tutti gli europei. Sono convinto – ha sottolineato - che un messaggio consensuale sia possibile ed auspicabile. Se è vero che dovremo esaminare le implicazioni del no francese e olandese in tempo utile, è altrettanto vero che in nome della Costituzione e della democrazia dobbiamo consentire a ciascuno Stato membro di esprimere la propria opinione. Tutti gli Stati membri hanno gli stessi diritti e tutti devono avere la possibilità di definire la loro posizione. Non bisogna dimenticare che dieci Stati membri, che rappresentano la metà dei cittadini europei, hanno già detto “sì” alla Costituzione, e tra questi anche l’Italia. Con la ratifica della Costituzione, il Parlamento italiano - ossia  il parlamento di un paese fondatore - ha inviato un segnale forte all’Europa. L’Italia deve continuare a svolgere il suo ruolo tradizionale a favore del processo di integrazione.

“Il destino della Costituzione – ha proseguito il presidente della Commissione - è ormai nelle mani degli Stati membri. Spetta a loro pronunciarsi. Poco più di sei mesi fa, a Roma, i 25 governi degli Stati membri hanno firmato il trattato costituzionale. È ora fondamentale che i 25 analizzino insieme la situazione e trovino un accordo sulla via da seguire. Ancora una volta, è venuto il momento di dar prova dello “spirito di Messina”, ossia di non indietreggiare davanti alle difficoltà, di non abbandonare i valori e i principi che sono al centro del nostro progetto.

“I sei ministri degli affari esteri riuniti a Messina cinquant’anni fa – ha ricordato Barroso - sapevano benissimo che la costruzione dell’Europa è un processo complesso, esposto a crisi occasionali. Tuttavia, dando prova di un’effettiva leadership, essi seppero trasformare la crisi in opportunità, permettendo all’Europa di uscirne rafforzata e migliore di prima, pronta a raccogliere le nuove sfide e ad assumere le sue responsabilità Ora dobbiamo evitare di rifugiarci nella paralisi. Dobbiamo dimostrare ai nostri concittadini, talvolta un po’ scettici, che ora più che mai l’Unione europea può fornire una risposta efficace alle loro preoccupazioni. Certamente i risultati dei referendum di questa settimana rappresentano un insuccesso, ma l’Europa è più che mai attiva e la sua azione prosegue anche al di là del dibattito sulla Costituzione”. 

Testo integrale del discorso  


 
 

 

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