L'AGE informa

 

indietro

       
 
Con la definitiva approvazione del Senato

L’Italia ratifica la Costituzione europea

 

Roma, 6 aprile - Con 217 voti favorevoli e 16 contrari il Senato italiano ha approvato in via definitiva il decreto di ratifica del Trattato del 29 ottobre 2004, che adotta una Costituzione per l'Europa. L'esito del voto è stato accolto da un applauso dei senatori di maggioranza e opposizione, che si sono alzati in piedi per salutare l'importante evento.

Per il vicepresidente del Consiglio dei ministri e ministro degli Affari esteri Gianfranco Fini, intervenuto al termine della discussione generale, il voto del Senato “è il logico sbocco del sostegno che il Governo e il Parlamento italiani hanno manifestato, in coerenza con la migliore tradizione europeista del nostro Paese, durante tutte le varie fasi di un negoziato lungo e complesso”. Fini ha poi aggiunto: “Un Trattato che, se non rappresenta e non può rappresentare il traguardo finale dell’integrazione europea, costituisce sicuramente un grande balzo in avanti verso la realizzazione di una comunità di diritti e di valori, unita non solo come spazio economico e monetario, determinata a svolgere un ruolo attivo sulla scena globale a difesa della pace e delle libertà civili e democratiche”.

Secondo Giuliano Amato, che ha svolto il ruolo di vicepresidente della Convenzione che ha elaborato la Costituzione, “in ogni passo di questa costruzione noi leggiamo le tracce dei precedenti, ma leggiamo anche le tracce del futuro possibile che ciascun passo ha contribuito a costruire appunto in vista del domani. E ce ne sono di tracce di un futuro possibile in questa stessa Costituzione!”. Amato ha così concluso il suo intervento: “L’Europa ha dimostrato di vivere e di incarnarsi in modo ancora più palpabile che nei nostri, in Paesi che erano comunisti fino a dieci, a venti anni fa, i quali sono diventati Stati democratici come i nostri grazie al progetto politico europeo, che hanno fatto proprio. Quel progetto vive come tale nei Paesi che oggi aspirano ad entrare nell’Unione e che ci vedono come l’Unione in cui si applica il principio di non discriminazione e nella quale si può essere minoranza avendo gli stessi diritti di chi è maggioranza. Già Alcide De Gasperi invitava a guardare oltre la Piccola Europa carolingia; lo faceva cinquant’anni fa: a maggior ragione, dobbiamo farlo noi e guardare con fiducia al futuro”.


 
 

 

top