Tramonto di un attore |
|
|
INDICE: Tramonto
di un attore - La
marionetta - La
ragazza del treno - L'alieno
e il colpo di fulmine - |
||
I recinti degli animali erano tutti tranquilli. Quella mattina, i
sorveglianti, dopo aver distribuito il primo pasto ai loro ospiti, si
accinsero a ricevere il furgone che avrebbe scaricato fra non molto un
grosso orso che un popolare ed importante circo aveva deciso di mettere a
riposo collocandolo presso il loro Zoo.
|
|
|
C' era una volta un pezzo di stoffa e non
"un pezzo di legno" come inizia il libro di Pinocchio. |
||
Lo
scompartimento era stipato e due
donne tenevano persino i figli sulle ginocchia. La
giovane che sedeva presso il finestrino non poteva passare
inosservata
poiché con la testa sovrastava tutti gli altri occupanti e i suoi capelli
biondo naturale brillavano sotto il raggio di sole che di sbiego la
colpiva. Pure il viso ne era illuminato anche se ne era visibile soltanto
il profilo giacché si teneva costantemente girata verso l'esterno
estraniandosi completamente da ciò che le accadeva intorno. FINE |
||
L'alieno inviato sulla Terra per alcune
perlustrazioni di routine, incrociò fortuitamente lo sguardo dolce e
ingenuo di una fanciulla che, sospirando assorta, guardava il cielo,
sognando uno sconosciuto Principe Azzurro. Un solo sguardo e il cuore
dell'alieno ebbe un sobbalzo e avvertì sensazioni nuove, mai provate che
non riuscì a respingere fino ad essere sollecitato ad inoltrare ai suoi
superiori mandatari una insolita richiesta. Voleva restare sulla Terra per
sempre pur di non allontanarsi dalla fanciulla che lo aveva ammaliato. |
||
Questa è la storia di un gatto pacifico che per lunghi anni era vissuto, pigro e sornione, in una vecchia casa curato e vezzeggiato dalla sua padroncina che lo serviva di tutto punto. Non che lui avesse esigenze straordinarie poiché gli bastava trovare i suoi pasti monotoni e abituali sempre pronti e ugualmente pronta e netta la cassetta per i suoi " ritiri" intimi. Le novità non le aveva mai gradite! Eh! Si! era una bestiola molto abitudinaria! Il raggio di sole che filtrava dalla finestra socchiusa lo incuriosiva coi suoi spostamenti che variavano col cambiare delle ore e gli creavano molti conflitti con la sua innata pigrizia poiché,per goderselo, doveva stare all'erta e cambiare di posto. Un'altra attrazione era la tastiera del pianoforte che, se per caso rimaneva scoperta, diventava il suo punto di riferimento preferito perché passeggiandovi rapidamente, riusciva a comporre "Improvvisi" inediti eccezionale perché le dissonanze diventavano inesplicabili e,invece degli applausi, erano accolti con la sgridata Gli dispiaceva assai che le sue composizioni assordanti fossero mal comprese! Altre volte impazziva per i gomitoli di lana e anche in quel caso veniva scacciato mentre la sua pallina morbida e colorata poteva rincorrerla per delle ore senza essere disturbato. Aveva imparato a riconoscere la sigla di una certa trasmissione musicale preferita dalla sua signorina e, non appena la udiva, saltava sul grande televisore sdraiandosi beato con l'immobilità di una sfinge, restandovi per la durata del programma. La ragazza era convinta che fosse amante della musica, mentre a lui, invece, conciliava il sonno ed era un modo piacevole di addormentarsi guardando la casa dall'alto e non acciambellato sul suo tappetino. Trascorreva una esistenza placida e solitaria che lo aveva sempre soddisfatto e si confaceva perfettamente all'egocentrismo gattesco. Del mondo esterno non conosceva nulla, tranne il volteggiare di strani esseri che guardava, curioso, da dietro i vetri di casa e non avendoli mai annusati non sapeva cosa fossero. Un certo giorno, si vide circondato da tante persone sconosciute armeggianti per casa che lo sloggiavano da ogni ambiente precludendogli i suoi angoli preferiti. Non vedeva più l'ordine che conosceva e si sentì spaesato. La casa stava subendo delle trasformazioni perché sarebbe stata ammodernata, anche se al gatto stava bene com'era! Fra i tanti lavori che si stavano facendo fu aperta una nuova finestra che fece entrare liberamente il sole e quello gli piacque perché finalmente vide tanto cielo azzurro che gli si apriva a un palmo dagli occhi e a cui poteva accedere con facilità e ne fu attirato al punto che continuò a camminargli incontro. Quel percorso lo aveva attirato e lui inconsciamente andava verso la libertà! La tentazione fu forte e il cielo lo attirò! Misurò lo spazio...un balzo e via... Ora non camminava più sulle piastrelle abituali lisce e pulite, ma le sue zampe dovettero servirsi delle unghie per tenersi sicuro sulle tegole rosse di un tetto. Ecco perché il cielo gli era tanto vicino! Sbalordito per quelle novità procuratagli da un breve salto capiva solo di trovarsi in un'altra dimensione che richiedeva coraggio perché guardando verso il basso vide un vuoto spaventoso. In quel mentre sentì la padrona che lo chiamava con voce allarmata: "Fuffo, dove sei finito? Non farmi stare in pena dove ti sei nascosto?" Ci fu in lui un attimo d'indecisione, ristette e riprese la passeggiata insolita. Era troppo curioso per tornare indietro! Tutto le novità che vedeva lo interessavano. Decise d'ignorare i richiami che da dolci e persuasivi erano diventavano perentori come ordini... No! Non avrebbe ceduto e sarebbe rientrato se e quando ne aveva voglia. Una occasione simile non se la poteva far scappare. Voleva godersi quel grande spazio senza confini e scoprire il mondo! Se ne stette a gironzolare da un tetto all'altro e scovò pure un sorcetto che non riuscì ad afferrare come non riuscì neppure ad afferrare quelle ali più rapide di lui che gli svolazzavano al disopra. Fu per il placido gattone una ginnastica inusitata che lo stancò. Si acciambellò per riposarsi e di addormentò nel fresco pomeridiano come non aveva mai fatto. Dormì per delle ore dimentico di tutto e al risveglio vide l'alba e il sorgere del sole e ne restò affascinato dimenticando tutto il suo passato e adattandosi a quella strana trasformazione che eccitava i suoi atavici istinti di specie solitaria. Furono ore incantevoli durante le quali non cercò ne il mangiare né il bere appagato solamente dallo spazio nuovo tutto suo. Si addormentò beato più volte e ad ogni risveglio si sentiva addosso sensazioni diverse: vedeva la diversità della notte e del giorno all'aperto come non gli era mai capitato. Ad un nuovo risveglio notturno, sentì nello stomaco un rimescolio strano che non aveva mai avuto. Si stiracchiò incurvando al massimo il dorso e cominciò a zampettare con cautela su quel percorso sdruccioloso, fortunatamente i suoi occhi erano fatti apposta per ben vedere al buio e con facilità gironzolò di nuovo sui tetti. La passeggiata aumentò il rimescolio dello stomaco e comprese che il cibo lo avrebbe trovato soltanto nel posto consueto. Seppure riluttante ritrovò l'orientamento per tornare di dove era venuto e, rifacendo il salto in senso inverso si ritrovò di nuovo nella casa. La padroncina che lo aspettava ansiosa, dapprima espresse la sua gioia nel rivederlo, e, sperando che la capisse, prese a mortificarlo tacciandolo d'ingratitudine rinfacciandogli persino che per non lasciarlo solo aveva dimenticato pure di come si facesse a viaggiare... Ma lui non si soffermò ad analizzare i toni diversi di quella voce che non aveva mai sentita adirata in quel modo, l'unica cosa che gi premette in quel momento fu quella di rifocillarsi e, come sempre, trovò pronto il suo pasto estremamente gradito che lo rimise in forze. Apprezzò il ritrovato calore della casa e per alcuni giorni sembrò aver dimenticata la parentesi di libertà. Però cominciò a comportarsi in modo strano nei confronti dell'alloggio che durante la sua assenza era stato rinnovato. Gli spostamenti fatti crearono disagio alla bestia che irritandola diede inizio ad una sorta di rappresaglia. Saltava con dispetto ovunque e faceva danni e in più sporcava dove non doveva avendo trovato anche una cassetta nuova. Per la padrona di casa era difficile stare dietro a quel gatto dispettoso, non era più il Fuffo docile e educato che aveva preso lattante, cosicché lei stessa non si comportava con lui con la dolcezza e la pazienza di un tempo. sembravano due sconosciuti. Passò del tempo senza che questo stato d'incomprensione si modificasse finchè un giorno Fuffo non udì aldilà di quella finestra tentatrice il richiamo di una sua simile che però non riusciva a vedere e la tentazione fu fortissima e, con il solito balzo dal davanzale, ancora una volta... via per i tetti. Incontrò la micetta assai più intraprendente di lui perché randagia e libera che facendole le fusa l'attirò nelle sue grazie e nuovi momenti lo coinvolsero Talmente che decise di seguirla oltre i tetti. Essa era randagia avvezza a molte esperienze e abituata sulla strada, sapeva destreggiarsi con molta astuzia. L'ingenuo Fuffo la seguì per ogni dove e, furono giorni pieni di curiosità appagate che non potevano durare perché alcune novità furono umilianti. Vivere vicino alle fogne, ricercare di che nutrirsi negl'immondezzai in mezzo a fetori insopportabili, essere scacciati a pedate dai negozi, scansare i piedi dei frettolosi viandanti ed essere assordati dagli ululati di sirene e affumicati dagli scappatoi delle macchine. Queste cose annichilirono il povero gatto che non vi era abituato facendogli rimpiangere l'alloggio che aveva abbandonato. Se questo era il mondo meglio ignorarlo. Forse l'inferno era migliore. La felicità che aveva assaporata era stata breve e ingannevole e, giurò a sé stesso che mai più si sarebbe fatto irretire dal desiderio di libertà. Capì che la vita da bighellone sarebbe stata gravosa,incapace com'era a procacciarsi il vitto e non era sufficiente la sola libertà per vivere e la vita randagia non si confaceva affatto a lui,gatto di buona famiglia! Si sentiva sporco e affamato e cercava invano la gattina che era sparita. Meglio dimenticarla e tornare definitivamente alla vita passata. Solo il fiuto lo aiutò a ritrovare la tanta strada percorsa e, risalito finalmente sul tetto, sentì vergogna del suo comportamento. Quella bravata gli sarebbe stata di monito per tutta la vita! Aveva fretta di rientrare nelle abitudini del passato che gli assicuravano il pasto e gli davano tanta tranquillità. Ma vedendolo rientrare in quello stato pietoso, la padroncina fu presa da panico e, prima di farlo mangiare, lo tuffò in una tinozza piena d'acqua e disinfettante mentre chiamava "un uomo con camice bianco" che lo trafisse con un lungo spillone che terrorizzò lo spaurito Fuffo. Che lo spillone fosse una siringa per vaccinazione, la bestiola non lo sapeva e la prese come una grande punizione. Da quel giorno il gatto si disse: "Vadano i gatti giovani in giro fra i tetti e nelle strade insicure, io che sono stato sempre dignitoso e serio, ho il dovere di rispettare la mia posizione e i vantaggi che ne ricevo sono superiori a quelli che offre una vita randagia e avventurosa e, anche per questione di carattere, preferisco vivere tranquillo e senza pensieri."
|
|
|
Dopo molti tentennamenti,
Denise, si convinse di mandare la sua adesione a quel breve viaggio
organizzato che aveva come meta una località della Svizzera e soltanto il
giorno della partenza conobbe i suoi compagni di viaggio.
|
|