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Diario  
di Annemarie Lenz

seconda puntata

prima puntata

7 febbraio

Il solito trantran .... scuola, compiti e pallacanestro. In questi giorni è tornata la neve e, francamente, ne farei volentieri a meno, ormai. Mi impedisce di fare le mie passeggiate quando voglio fuggire dalla musica Jazz ad alto volume che Judy non si stanca mai ad ascoltare. Che mi voglia punire per la mia pagella finita sul “ruolo d’onore” mentre la sua è stata mediocre? Peccato che non siamo diventate amiche, e forse la colpa è mia; le ho “rubato” la popolarità. Pazienza, tra sei mesi si sarà liberata di me.

Stasera il mio ego ha ricevuto una grande spinta: sono stata invitata a parlare davanti a ottanta membri del Lions Club. Vedendo tutti quei distinti signori mi sarei voluta nascondere da qualche parte. Non ho gustato l’ottima cena servita prima del mio discorso. Che cosa dico a tutti quei giudici e avvocati? Sarà stata la disperazione, ma tutt’ad un tratto ho avuto tanto da raccontare, dimenticando che poco prima battevo i denti dalla paura. Gli applausi e i complimenti hanno fatti di me un pavone con tutta la ruota.

12 febbraio

La ruota non si è ancora del tutto abbassata; un nuovo discorso davanti a un centinaio di persone mi ha aiutato a sostenerla. Sto anche collezionando tanti regali, maggiormente piccoli gioielli.
La scuola non mi pesa più tanto, per fortuna, e le sere senza impegni le passo con le mie due amiche Joyce e Donna vendendo dolciumi alle partite della nostra scuola.

Stasera sono stata invitata dai miei vicini ad una festa tra i medici della nostra cittadina. Alcuni di loro sono stati a pesca di aragoste nel Maine. Non ho mai visto un calderone con centinaia di aragoste e gente che divorava questi poveri animali come se fossero caramelle. Mi sono limitata a guardare, non sia mai che un crostaceo si avvicini alla mia bocca! Mi hanno regalato alcune aragoste da portare a casa; meno male... alla loro vista i miei “genitori” hanno perdonato il mio ritardo.

5 marzo

Il mese è volato; abbiamo giocato le ultime partite di pallacanestro e per un pelo non siamo diventate campionesse regionali. Ebbene sì, abbiamo vinto molte volte dopo i fiaschi iniziali. Grazie alle partite in trasferta ho visto molte cittadine della nostra regione.
Non ricordo quanti discorsi ho dovuto affrontare, ora da un pulpito in chiesa, ora in un’aula magna di qualche scuola o università. E’ diventata una routine, se si riesce ad abituarsi al magone.
Non sono quasi mai a casa e quindi non soffro molto per il silenzio glaciale tra me e Judy.

12 marzo

Gli ultimi giorni sono passati tra tepore primaverile e tormente di neve. Sono stata quasi sempre in giro anche perché in famiglia regna il silenzio nei miei confronti. Non so neanche il perché. Non vedo l’ora di tornare a casa. Almeno mia madre me lo dice se sbaglio.
Oggi il preside della scuola e sua moglie mi hanno portata a New York ad una mostra floreale bellissima e poi nella cattedrale di San Patrizio, al Rockefeller Center e sulla quinta strada dove ho ammirato tante cose belle ed irraggiungibili.

19 marzo

Non posso lamentarmi di annoiarmi; oltre ai vari discorsi sono stata invitata in una grande fattoria dove è tutto automatizzato. Chissà se le mucche sono felici di essere munte da macchine. Il mio angelo custode, la Signora Edwards, e suo marito mi hanno invitato ad una sera a Bethlehem, una città abbastanza grande e famosa per le sue acciaierie. Al ristorante abbiamo incontrato quasi tutta la società svizzera. Ormai ci conviene parlare inglese perché il nostro tedesco è diventato impossibile; immancabilmente si mischiano le due lingue.
Che vita a casa oggi! Mom mi accusa di averle attaccato il raffreddore. E’ a letto e si lamenta di tutto ciò che faccio. Giro troppo per casa e consumo i tappeti, faccio correre troppa acqua e via dicendo. Non ha cucinato niente, fa la moribonda. Non ne posso più. Tutti gli americani sono gentili e generosi tranne la mia famiglia. Mi dice sempre che devo comprare questo o quello, che devo farmi tagliare i capelli, ma con i miei 14 dollari al mese non posso farlo e loro non mi aiuterebbero mai. Non vedo l’ora di tornare a casa mia!

3 aprile

Anche Pasqua è passata. L’ho trascorsa con i signori Edwards che il sabato mi hanno portato ad Atlantic City, una famosa città sul mare. Il tempo era brutto, vento e pioggia, ma ciononostante abbiamo fatto una lunga passeggiata sulla passerella di legno che sovrasta la spiaggia. Le onde del mare arrivavano quasi fino a noi e così per una volta ho preso la pioggia da sopra e anche da sotto il che non mi ha dissuaso dall’ammirare i tanti negozi lungo la passerella. Qua e là qualche cosina l’ho anche comprato: una maglietta per un mio cugino, caramelle per una piccola amica e tante cartoline. 

Ho dormito a casa degli Edwards e il giorno di Pasqua siamo andati in chiesa insieme e nel pomeriggio abbiamo fatto una gita in un parco naturale. Purtroppo tutte le cose belle finiscono e sono dovuta tornare a casa. Gli ultimi tempi non sono stati felici con la famiglia. Da un po’ di giorni mi tocca dormire nella veranda, perché ho dovuto cedere la mia stanza al figlio più grande che è venuto in visita con la moglie.
Oggi è arrivato un grande pacco dalla Svizzera. Mamma mi ha mandato tanta cioccolata, regali per la famiglia e i miei amici ed anche un regalo per il mio prossimo compleanno. Chissà perché non vedo l’ora che venga il 12; diciotto anni sono tanti, mi sento vecchia.

Fine seconda puntata

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