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NANNI IL NARCISO E I GIROTONDI

di Giuseppe Trabace

 

Ha detto bene il famoso regista cinematografico Dino Risi in occasione del premio alla carriera conferitogli alla Mostra di Venezia di quest’anno. Nanni Moretti è un inguaribile narciso. Non c’è sequenza nei film da lui diretti in cui non spunti il suo volto barbuto che in un certo qual senso strizza l’occhiolino alla macchina da presa ma soprattutto ai suoi fedelissimi fans.

Questa può essere una delle motivazioni che hanno indotto questo uomo di spettacolo a divenire la guida di quel colorato movimento che da Piazza Navona in poi invade le strade italiche improvvisando allegri girotondi in difesa della legalità, della libertà di informazione e della democrazia, e scusate se è poco!

Il nemico da combattere con slogans, invettive e discorsi roboanti è l’odiato cavalier Berlusconi, quel capo di Governo cui, a parere di Moretti, è del tutto estraneo il concetto di democrazia.

Ma chi sono questi trascinatori di folle che sono riusciti sabato 14 settembre a riempire Piazza San Giovanni a Roma? Non sono politici di professione, rientrano nell’ampio e variegato alveo della sinistra, lanciano strali infuocati contro il perverso centrodestra al potere, bacchettano, con un piglio ad un tempo professorale e sussiegoso, il centrosinistra dell’Ulivo ma, all’occasione, anche la sinistra più oltranzista di Bertinotti, inseguono, l’utopia di un mondo diverso e perfetto, senza troppe attenzioni al sociale, e, sopratutto, sopportano con la puzza al naso le opinioni altrui.

Il capo naturale e protagonista di questo gruppo è ovviamente il divo Nanni, in passato abbastanza sprezzante verso il comune volgo, oggi giocondamente disponibile ad esibirsi in discorsi tanto moralistici quanto scontati. Accanto al capocomico i comprimari dal severo giustizialista Paolo Flores D’arcais, dimentico dei passati trascorsi giornalistici alla corte di Bettino Craxi, al giullare Dario Fo con annessa consorte, all’imitatore di Berlusconi Nando Della Chiesa, figlio di quel generale che salvò l’Italia dal terrorismo, all’ex "magistrato di ferro" Antonio Di Pietro, all’esagitato professore di Firenze Pancho Pardi e,infine, ad uno stuolo di femministe d’annata seguaci fedeli del regista romano.

Qualcuno pensa che dalle performance di questa compagnia di giro possano cambiare i destini della nazione? Se si, pensi che in un paese democratico, qual è l’Italia, molto difficilmente passano le tesi di movimenti oltranzisti a parole ma che di fatto si rifiutano di confrontarsi con le idee e le tesi di chi non la pensi come loro. Con indubbia chiarezza l’ex Presidente del Consiglio Massimo Dalema, all’indomani della manifestazione di San Giovanni, ha detto "Moretti dice in un suo film di amare la minoranza della gente, e quindi non è adatto a governare". Per dirla con un detto popolare, can che abbaia non morde.

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