|
INFORMARE
|
home |
|
|
|
|
|
|
COFFERATI,
UOMO E SUPERUOMO….
di Giuseppe Trabace
Profilo di un presunto futuro leader dell’Ulivo
nella nostra Italia lacerata da continue guerre di
"religione" tra la maggioranza di centrodestra, in carica
da un anno, e l’opposizione di centro sinistra.
Sergio Cofferati, da anni indiscusso capo del più forte sindacato
italiano, la C.G.I.L., ormai agli sgoccioli del suo mandato, da
oltre un anno dichiara di ritenersi per il futuro un libero
cittadino e che ,svestiti i panni di sindacalista, il suo impegno
sarebbe solo quello di "dare una mano" al centro sinistra
senza giammai entrare in politica.. Il "cinese", a pochi
giorni dalla decadenza dalla carica, il 31 agosto, partecipando come
ospite d’onore alla Festa nazionale dell’Unità,. finalmente ha
sentenziato:" sapete come mi considero? Come un ufficiale della
riserva. Se mi chiedono di far qualcosa a livello politico perchè c’è
un’emergenza, perché c’è un fatto grave, io allora sono
pronto".
A parte certi scivolosi ed ambigui atteggiamenti di facciata, nulla
da eccepire sulla volontà del cittadino Cofferati di scendere nell’agone
politico. Il problema su cui riflettere è un altro. Questo
personaggio gioca da tempo tutte le sue carte avvalendosi della sua
prestigiosa carica sindacale con un obiettivo tutto politico di
unico intransigente oppositore di vertice al governo di centrodestra
colpevole, a suo dire, di tutti i mali del nostro paese. La materia
dei licenziamenti non va toccata, la giustizia non funziona, la
sanità è un buco nero, i conti pubblici sono in pieno dissesto, i
prezzi salgono a dismisura, le annunciate riforme del fisco e della
scuola si profilano come fallimentari. Questi, e non solo questi,
gli anatemi del furbo sindacalista che sa perfettamente che il
dissesto della sanità, della giustizia, della scuola e del debito
pubblico si trascinano irrisolti da molti anni. Non importa, egli
attacca a tutto campo gli attuali governanti . A conclusione del j’accuse
la proclamazione di uno sciopero generale- noi diremmo politico- da
parte della sola C.G.I.L.cui, peraltro non riesce di coinvolgere le
altre sigle sindacali.
Per sua parte l’esecutivo nazionale ha segnato in più di un’occasione
in questi ultimi mesi il passo. Questo dato di fatto, aggravato da
discutibili atteggiamenti gladiatori di certi improvvisati ministri,
non può giustificare il modo improprio e irrazionale di fare
opposizione del centrosinistra nel suo complesso. I parlamentari,
gli allegri girotondisti, guidati dal presuntuoso cineasta Nanni
Moretti, puntano all’esasperazione dello scontro con la
maggioranza in carica. La critica è distruttiva, mancano proposte
alternative. Il tutto fa somigliare il nostro paese ad una
Repubblica delle banane. In democrazia il controllo esercitato dalle
opposizioni sui Governi in carica è doveroso sul piano
istituzionale ma non deve trasformarsi in una corrida che rischia di
portare l’orologio della storia indietro di vent’anni!
Cofferati cerca spazi e con disinvoltura si inserisce in questo
contesto confuso e,per certi versi, dannoso perla democrazia e per
lo sviluppo dell’Italia. Sogna di diventare il capo innovatore
dell’Ulivo, gioca il ruolo del salvatore della patria in pericolo,
dimenticando che la storia ci insegna che di salvatori improvvisati
non si sente alcuna necessità. Nel frattempo si preannuncia, sotto
la spinta dello sciopero generale , un autunno infuocato la cui
responsabilità è, manco a dirlo, già da oggi addebitata all’"antidemocratico"
Governo Berlusconi.
Tante sono le cose che non vanno nel bel paese. Occorre lavorare
seriamente, senza confusione di ruoli tra maggioranza ed
opposizione, per districare i tanti nodi al pettine. Nessuno si
illuda che il percorso per la soluzione dei problemi possa essere
abbreviato da iniziative avventuriste e a corto respiro politico.
XXXXXXX |
AD
ASSISI L'INCONTRO DI TUTTE LE CHIESE
PER UNA INTESA DI PACE
di Lea Mina Ralli
Nella città di
Francesco, il 24 gennaio si è tenuta una grande manifestazione con
la rappresentanza di 12 religioni. Non è la prima volta che ad
Assisi si tiene un incontro ecumenico per affratellare le diverse fedi
e l'iniziativa parte sempre dal nostro Papa.
I duecento leader che
hanno aderito dimostrando la loro volontà di collaborazione, hanno
dato luogo ad una intesa positiva come risposta alla strage dell'11
settembre 2001.
L'incontro degli alti
prelati ha dato luogo a scene commoventi piene di cordiale serenità
che, una volta ancora, hanno dimostrato che la guerra è invisa da
tutti i benpensanti e nella terra francescana il risultato è stato
maggiore che in altri luoghi.
Il treno papale, formato
da otto convogli ha recato i partecipanti da Roma ad Assisi,
raccogliendo gli omaggi dei tanti fedeli che lo hanno atteso ad ogni
stazione e l'insieme delle cerimonie colà svoltesi, hanno
dimostrato l'alto valore di questo incontro.
A completamento della
imponente manifestazione, il giorno 26, lo stesso Papa Wojtila, ha
offerto un pranzo alle
rappresentanze che lo hanno accompagnato nel viaggio di ritorno.
Il
convivio che si è svolto nella Sala ducale del Vaticano, ha sancito
i rapporti di buona alleanza fra le varie chiese che si sono
impegnate a lavorare unite per un futuro di pace che il Papa
ha sottolineato con parole grate dicendo fra l'altro:
"… dalle colline dell'Umbria siamo giunti ai colli di Roma e
con grande gioia vi do il benvenuto in questa che è la mia
abitazione perché la porta della mia casa è aperta a tutti voi che
vi sedete a questa mensa non come stranieri, ma come veri amici
." |
LO SCIROCCO... AFRICANO!
di
Piero Benedetti
Da domenica 11 Novembre,
la città di Roma - e con essa una buona parte dell'Italia del
Centro-Sud - hanno potuto incorporare sul loro territorio
l'ennesima, seppur minima, infinitesimale parte di Africa ! Questo
è avvenuto grazie alle condizioni meteorologiche della giornata di
ieri, quando un forte vento di Scirocco, il fenomeno che secondo la
Rosa dei Venti di ellenica invenzione, spira con orientamento da
Sud-Est, apportando oltre che malumore, depressione ed altri disagi
di natura psicosomatica, pioggia copiosa e pericolose raffiche che
hanno abbattuto non poche ramaglie dei poveri platani della
Capitale. Ma il fenomeno più appariscente legato allo scirocco di
ieri è stata la gran quantità di polvere impalpabile come cipria e
dello stesso colore ocra, che le nubi - sospinte appunto dal forte
vento - hanno trasportato sui nostri cieli. Si tratta di finissime
sabbie provenienti dalle regioni desertiche dell'Egitto o della
Libia che, sospese tra le molecole di vapore acqueo, hanno colorato
l'orizzonte di una tinta giallognola con sfumature più o meno
brumose; e quando - qua e là - la luce del Sole riusciva a filtrare
maggiormente, essa assumeva un aspetto lattescente che metteva di
malumore.
Malumore sopportato dai passanti che hanno visto i loro abiti
fiorire di macchioline e i loro ombrelli ridursi come se fossero
stati immersi in acque fangose. I1 peggio, tuttavia, lo hanno dovuto
sopportare gli automobilisti, sia quelli rimasti in città, sia
quelli che hanno avuto la ventura di trovarsi sulle strade del
rientro dall'uscita del fine-settimana; i tergicristallo delle loro
vetture spatolavano via quantità crescenti di gialla polvere che
finiva sul manto stradale dal quale le ruote - innescando una sorta
di circolo vizioso - la facevano di nuovo schizzare sui cristalli
parabrezza. E basta vederle oggi quelle macchine! tutte chiazzate di
un colore indefinibile che ha stravolto le varie tinte delle lucide
verniciature. I bianchi trasformati in un giallo rosato, i rossi in
un aranciato polveroso ed i grigi ed i blu in un qualcosa di
indefinibile se non con una parola: sporco, orribilmente sporco! Ed
oggi pulizia generale! Semprechè l'ondata noiosa di scirocco si sia
allontanata definitivamente dalle nostre regioni.
I soli ad essere contenti della pioggia di ieri sono stati gli
extra-comunitari che, appostati ai semafori, si precipitavano
servizievoli sulle vetture ferme al rosso per pulire un parabrezza
che - immancabilmente - al semaforo successivo avrebbe avuto
bisogno, poi, di essere pulito ulteriormente. E sì! Ieri costoro
hanno davvero fatto razzia delle mancette che sempre - più o meno
distratti o adirati - tutti noi automobilisti versiamo nelle loro
mani. E poi c'è stato sicuramente qualcuno, qualcuno colpito dal
cosiddetto "Mal d'Africa" che avrà voluto vedere in
quell'orizzonte diafano dei nostri cieli, altri orizzonti sopra dune
sabbiose assolate. Contenti ragazzi! Questa - la polvere color ocra
che ieri si è depositata sul suolo della nostra città - è
l'Africa che anno dopo anno, millimetro dopo millimetro viene a
trovarci! Ma questa doveva essere solo una cronaca del fenomeno di
ieri; degli apocalittici scenari futuri non era nostra intenzione
occuparci.
Orsù, mano ai piumini ed alle spugne! Ripuliamo le nostre auto e
risolleviamo i nostri animi! L'antipaticissimo scirocco è alle
nostre spalle. Che giornata quella di ieri!
|
|
AFGHANISTAN,
UCCISI GIORNALISTA ITALIANA E TRE COLLEGHI
INFORMARE
AD OGNI COSTO
di
Giuseppe Trabace
Maria
Grazia Cutuli, inviata del “Corriere della Sera” di 39 anni, è stata
uccisa, assieme a tre reporter stranieri, a colpi di fucile sulla strada
per Kabul a seguito di un’imboscata di un commando armato di Talebani in
fuga.
Questa la cruda notizia diffusa dalla agenzie di tutto il mondo nella
mattinata d lunedì 19 novembre. Nel nostro paese, anch’esso coinvolto
nella guerra contro i terroristi e contro le nazioni che lo proteggono,
l’eco di questa notizia è stata forte. Era una prima giovane vita
italiana ghermita da nemici che, ignorando ogni regola, non fanno sconti a
nessuno, neppure a chi per dovere di informazione si trova in Afghanistan.
I mass media ci hanno descritto la Cutuli come una donna dolce ed aperta
alla comprensione per quei popoli del medio Oriente afflitti da anni da
guerre sanguinose, ma il coraggio- alcuni direbbero l’avventatezza- per
vivere quelle situazioni di estremo pericolo può trovare una spiegazione
in quel mestiere di giornalista in prima linea in cui Maria Grazia credeva
profondamente. E’ questo il vero e più intenso significato di una
professione che deve privilegiare la notizia, l’informazione da offrire
ogni giorno al pubblico su tutto ciò che succede nel mondo. Le guerre
sono l’occasione migliore per chi del giornalismo fa una ragione di vita
per captare, possibilmente prima degli altri colleghi, tutto ciò che
succede in quei momenti non facili e quindi dare al lettore quasi la
sensazione di essere sul posto coinvolgendolo emotivamente.
Un giornalista di razza deve quindi corrispondere a quella che è una
delle insopprimibili "scelte" dell’uomo, la voglia di sapere,
di conoscere e di diffondere agli altri il risultato della ricerca. Dante
Alighieri nel ventiseiesimo canto dell’Inferno ci descrive Ulisse che
incita gli uomini della sua nave a raggiungere le sconosciute colonne
d’Ercole con le parole "Considerate la vostra semenza,fatti non
foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza".E’
questa la stella polare che ha guidato il percorso di vita della Cutuli e
dei suoi colleghi.
|
|
EROI
DEL NOSTRO TEMPO
di Lea Mina Ralli
Mi
fu chiesto durante una intervista televisiva, se io credessi che i ragazzi
di oggi siano attirati ancora dagli eroi delle favole e dei racconti. La
mia risposta fu che, ora l'infanzia, più scaltra e più istruita di
quella di ieri, è più incline ad appassionarsi ai fatti di vita vera i
cui eroici protagonisti, divengono poi i loro Miti.
Non più eroi fantastici, scaturiti dalle fantasie di scrittori, ma uomini
veri vincitori di dure battaglie, combattute e vinte con passione e
continua preparazione. Vi rientrano molte categorie di persone, a
cominciare dagli invalidi che hanno saputo superare le loro menomazioni
con molta forza di volontà, per ricominciare una nuova vita; anche alcuni
sportivi fanno breccia nei cuori giovanili perché sono capaci di
scatenare tifo di squadra sia singolo che collettivo e passioni
irrefrenabili, alimentate con dovizia di particolari da
radiocronisti e fotoreporter (anch'essi miti). Questi personaggi sono oggi
gli Eroi dei nostri figli e nipoti. Ultimi, in ordine di tempo, i Vigili
del Fuoco che in tutto il mondo danno prova del loro valore, immolando la
loro vita per la salvezza del prossimo, com'è accaduto a New York
nell'attentato alle Torri, a Linate nella disgrazia aerea e a Roma nel
recente crollo di un palazzo al quartiere Salario. Ammirazione di altro
genere sentono i giovani per Medici senza frontiere che come i
Missionari scelgono di vivere esistenze grame e faticose per aiutare un
prossimo sconosciuto e miserevole, prodigando le loro energie in un
lavoro, senza riposo e con pochi mezzi, presso i popoli del terzo e quarto
mondo sempre in guerra.
Sono da citare Gino Strada che si è dedicato alla salvezza delle vittime
delle mine antiuomo e " l'Angelo di Kabul", come viene
chiamato l'ortopedico / avvocato Alberto Cairo che, dopo tre anni di
Sudan, si trova da due nell'inferno di Kabul a
riattaccare gambe e braccia ai poveri mutilati di ogni età. In
questi due anni ha applicate 40.000 protesi e 45.000 corsetti e,
pure essendo stato allontanato dai talibani per 57 giorni, è ritornato al
poco confortevole Centro ortopedico per continuarvi la sua missione.
In questi tempi in cui la corruzione e il malcostume dilaga , ben vengano
questi nuovi Eroi a mostrare non soltanto ai giovani, quali sono le
"prodezze" da emulare con una libera scelta e con grande
spirito di sacrificio.
|
|
LE
DONNE IN
AFGHANISTAN
di Piero
Benedetti
Anche
se non se ne sentiva la necessità, ieri, tra le immagini di questa guerra
già di per sé sconvolgenti, nei Telegiornali della nostra Rai sono
passate delle immagini altrettanto sconvolgenti e crude: povere donne di
Kabul che sembrava volessero solo accedere ad un non meglio identificato
edificio, respinte a calci, pugni e colpi di frusta da giovani e barbuti
guardiani. Immagino che il disgusto abbia colpito, immediatamente, tutti
gli spettatori superando l’onda di solidarietà per la povertà di
quella gente afgana. Quella che gli inviati della Televisione hanno
documentato ieri è un qualcosa che non ha niente a che vedere con
l’indigenza: si tratta - qui - di una povertà di spirito, mancanza
assoluta di umanità e non basta, certo, invocare differenze culturali. Si
dirà che è, questo, un fatto di educazione, di retaggi centenari che
queste popolazioni si portano dietro.
Ma quale uomo può dimenticare il sentimento che una donna - la propria
madre - riversa nei primi anni della propria esistenza? Cosa accade nella
mente di un uomo di quelle latitudini per far sì che egli dimentichi la
tenerezza del grembo materno? È solo dato sapere che, raggiunta una certa
età, il giovane uomo passi dalla giurisdizione materna sotto quella degli
uomini di famiglia che formeranno negli anni a venire la sua mentalità;
è questo il momento della devianza, è questo il momento in cui il
giovane dovrebbe essere - giustamente, lo ammettiamo - formato per
divenire un essere duro che potrà affrontare i disagi di una dura vita
sul territorio di quel duro Paese. Ma non è certo detto che un uomo, duro
che sia, debba necessariamente dimenticare quanto di atavico, in tutte le
società umane, viene conservato sempre, a meno di stati di patologia
mentale: l’amore per la propria madre.
Ed allora, sotto quei “burqa”, come non vedere una madre, una sorella
o, comunque - e questo è ancor più importante e definitivo - un essere
umano con cui condividere la dura esistenza quotidiana, un essere umano
che, sicuramente non ha alcun desiderio di entrare in competizione ma che
vuole solo sopravvivere magari al fianco di colui che potrebbe essere il
compagno della sua vita, un compagno che talvolta potrebbe anche avere un
posto nei suoi affetti. Affetto
diverso da quello di una madre, tuttavia necessario per una civiltà
moralmente equilibrata. Ma forse, altre considerazioni bisognerebbe fare -
e non ne siamo capaci - senza, peraltro, riuscire a poter comprendere
questi pazzi comportamenti che vedono la stupida, prepotente supremazia di
un sesso su un altro.
|
|
ASSASSINIO
A NOVI LIGURE
di Giuseppe
Trabace
A Novi
Ligure all’inizio di quest’anno due giovanissimi, Erika e Omar,
uccidono brutalmente a freddo la madre ed il fratellino della ragazza.
Un evento che ha sconvolto il nostro paese e che sarà ricordato come uno
dei più efferati delitti della storia della criminalità giovanile. Forse
dinanzi ai corpi straziati di quella madre e di quel bambino non riusciamo
ad essere obiettivi ma una legge, forse di natura, grida con forza dentro
di noi e sembra respingere quella comprensione umana che pure deve
esservi! L’evidenza ci dice la società non può sbarazzarsi di questo
problema e abbassare il pollice verso chi ha commesso quegli omicidi ma
piuttosto deve farsi carico di procedere al non facile recupero
dei giovanissimi Claudia e di Oscar. Intervengano e ci diano le
possibili risposte gli addetti ai lavori dagli psichiatri agli psicologi
ai sociologi. Quello che non può accadere è che si dia la stura, in sede
di giudizio, a facili assoluzioni di comodo. Nella patria del diritto…
non sono di certo mancati, anche a fronte di atroci delitti, avvocati di
parte adusi ad impugnare con disinvoltura la tesi della totale infermità
di mente, sia pure temporanea, dei
colpevoli confessi di omicidi. Nella
fase istruttoria del procedimento, a quanto risulta dai resoconti dei mass
media, gli atti efferati dei due giovani furono premeditati nei mesi
antecedenti e se poi essi furono smascherati dagli organi inquirenti quasi
subito, ciò fu dovuto alla loro inesperienza e, forse, presunzione.
L’effetto di ricaduta di una sentenza “buonista” potrebbe essere
anche quello di far intravedere ai giovani traviati una scappatoia per
delinquere con una maggiore possibilità di farla franca.
Ai giudici, quindi, l’onere di una decisione equa. La nostra società in
una certa qual misura pretende
una adeguata risposta. Una sentenza che si rifugi acriticamente nelle
pieghe della follia dei rei aggrappandosi a perizie di parte abilmente
costruite o che all’inverso sanzioni, con sotteso spirito vendicativo,
con la massima pena detentiva agli accusati, non servirà a molto.
|
|
L'INFORMAZIONE
di Lea Mina Ralli
Un giornale che si rispetti, insieme alle notizie, deve dare ai suoi
lettori informazioni giuste e sempre aggiornate sui diritti e doveri che
spettano ai cittadini.
Per questo, anche il presente giornale on line, farà in modo di essere al
servizio di coloro che lo leggono fornendo avvisi utili che, molto spesso,
richiedono ricerche lunghe e fastidiose.
Noi lo faremo per loro, sperando che il nostro lavoro venga
apprezzato.
Lo sapremo se i nostri navigatori ce ne daranno conferma.
Molti sono gli
interventi e molte le delibere rese operative dal Consiglio Comunale in
tutti quei settori della vita sociale che necessitano di un’urgente
revisione.
APPROVATO IL FASCICOLO
DEL FABBRICATO
Si tratta di una sorta di dossier, di libretto di manutenzione per tutti
quegli edifici costruiti più di dieci anni fa e di cui il Comune ritiene
opportuno conoscere gli interventi volti a modificarne la struttura, per
evitare il ripetersi del disastro di Vigna Jacobini.
Grazie agli emendamenti dei consiglieri dei D.S. è stata prevista una
mappatura del territorio urbano per individuarne le zone più a rischio.
Nel primo anno di attuazione è previsto un incentivo fino al 30% di
contributo sulle parcelle ed il costo si aggirerà fra £ 200.000 e
400.000 per unità immobiliare.
SOSTEGNO ECONOMICO
ALLA MATERNITA’
Tale delibera fa riferimento al disagio economico in cui versano molte
famiglie e che costituisce la causa principale di interruzione della
gravidanza.
Le destinatarie del provvedimento saranno tutte le donne che vivono
stabilmente nel Comune di Roma con maternità a rischio per problemi
economici.
L’erogazione dovrà essere corrisposta nei primi tre anni di vita del
bambino.
FONOPOLI
Il Consiglio Comunale ha votato la delibera per l’apertura del cantiere
di Fonopoli.
L’amministrazione d’intesa con Renato Zero ha lavorato perché
Fonopoli diventasse una realtà, aiutando, in questo modo, centinaia di
giovani che hanno bisogno solo di un’opportunità.
LOTTA ALL’ABUSIVISMO
EDILIZIO
Continua la lotta all’abusivismo edilizio comprese le
demolizioni, partendo dalle zone protette, parchi, piani territorriali
paesaggistici, agro vincolato, centro storico, litorale romano.
Alcuni abusi non condonabili saranno perseguiti nel senso
dell’acquisizione anziché della demolizione, mentre per altri le
demolizioni saranno differite fino a quando l’Amministrazione comunale
non sarà in grado di offrire soluzioni abitative alternative.
Dal Comune di Roma:
Gli avvisi di pagamento della tassa sui Rifiuti Solidi Urbani
stanno arrivando nelle case dei cittadini con notevole ritardo per
tanto il Comune avvisa che il pagamento della medesima può essere fatto
entro il 31 dicembre 2001, senza tener conto della data di scadenza
predisposta sui relativi bollettini.
|
|
CONTRIBUTO DEL COMUNE
PER IL PAGAMENTO DEL CANONE DI AFFITTO
AI CITTADINI AVENTI DIRITTO ELARGITO PER L'ANNO 2001
-Coloro che hanno ottenuto
il contributo devono presentare entro dicembre 2001 una dichiarazione per
la conferma del possesso dei requisiti o per comunicare eventuali
variazioni;
- Nel mese di settembre è stato emanato un avviso pubblico per coloro che
hanno hanno già avuto il contributo per il 2001 che sono invitati a
presentare la dichiarazione di conferma o variazione dei requisiti per
poterlo avere nell'anno successivo e per la durata del contratto;
- Nello stesso avviso verrà comunicato a tutti i cittadini (compresi
quelli che hanno partecipato al primo bando e non hanno conseguito il
contributo) che possono ripresentare la domande entro il mese di febbraio
2002
Per le informazioni rivolgersi agli
Uffici di Lungotevere de' Cenci, 5 Roma tutti i giorni dalle ore 9 alle 12
e il giovedì fino alle ore 16
0667104366/ 67
Fax 0667106276
Centralino del Comune di Roma 06 67101
|
|
ALLARME GIUSTIZIA
AI
FERRI CORTI GOVERNO E MAGISTRATI
di Giuseppe Trabace
Il
sistema giudiziario italiano soffre di crisi ricorrenti ed
endemiche ed i tanti Governi della Repubblica hanno assistito
quasi impotenti a questo degrado che va ad incidere direttamente
sulle prerogative ed i diritti dei cittadini.
In questo ultimo periodo, sostenuto dalla sua maggioranza, il
Presidente del Consiglio Berlusconi, forse in controtendenza, è
partito lancia in resta contro quella magistratura "giustizialista"
che nel 1992 sconvolse,utilizzando la tecnica della "manette
facili", gli equilibri politici del paese con l’operazione
giudiziaria definita "tangentopoli".
Nei fatti in quegli anni, per iniziativa di alcuni P.M.,
un’intera classe politica, quella del centro-sinistra, fu
mandata a casa dopo avere governato per molti anni. A fronte del
j’accuse del capo dell’esecutivo dure, forse scomposte,le
reazioni di quei magistrati - e delle loro Associazioni di
categoria - della Procura di Milano, protagonisti all’epoca
della "guerra santa" contro la corruzione politica, ed
anche dello stesso Consiglio Superiore della Magistratura, organo
di autogoverno di quest’ultima.
Preoccupante questo conflitto tra istituzioni poco inclini al
dialogo e pronte a cogliere altre occasioni per gettarsi fango
l’uno contro l’altro. Uno scontro che da cittadini possiamo
condannare ma che pure necessita comprendere nei suoi aspetti
fondamentali.
In Italia, e probabilmente anche in altri paesi, si scontrano due
tesi in materia di amministrazione della giustizia. La prima è la
tesi garantista secondo cui va perseguito certamente l’obiettivo
di individuare le ferite all’ordinamento giuridico ma nel
rigoroso rispetto delle forme a tutela dei diritti del cittadino.
A questa tesi se ne contrappone un’altra per la quale il fine
del perseguimento della giustizia deve essere realizzato senza
farsi condizionare dai lacci e laccioli frapposti dalla formale
applicazione di quelle norme poste dal legislatore a tutela del
presunto colpevole.
I giudici non sono sacerdoti del diritto ma uomini cui tocca
l’ingrato compito di giudicare un loro simile. Uno Stato di
diritto, qual è il nostro, non può peraltro esimersi dal fissare
delle regole che permettano a chi si trova negli ingranaggi della
giustizia di essere rispettato nella sua dignità di essere umano.
E’ sotto gli occhi della pubblica opinione che nei primi anni
novanta quei P.M.,a parte la parzialità o meno delle loro
iniziative, utilizzarono più volte il sistema della carcerazione
preventiva con il fine di ottenere confessioni in materia di
corruzione politica. Di quì occorre partire per un confronto a
tutto campo tra le due istituzioni in conflitto tra loro. A chi
governa l’onere di mostrare un maggiore equilibrio, a chi
giudica la responsabilità di riconoscere gli errori del passato e
l’impegno di un atteggiamento di apertura verso chi ,fino alla
condanna definitiva, rimane un presunto innocente.
Il Presidente della Repubblica, che presiede il Consiglio
Superiore della Magistratura, ha la responsabilità di entrare in
gioco, ed, a fronte di provate distorsioni del sistema di
giudizio, non può non esercitare quel ruolo di garante che gli è
riconosciuto dalla Costituzione.
Ai cittadini, infine, rimane l’impegno ad essere attenti verso
iniziative o atti di ciascuna delle due istituzioni che possano
compromettere i loro diritti costituzionali.
|
|
|