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IL SORRISO
DELLA REGINA
di Barbara
Felici
La poesia che pubblichiamo, tratta da una
rivista del 1909, è dedicata "a Sua Maestà Elena Regina
d'Italia", moglie di Vittorio Emanuele III, nonno dell'attuale
Vittorio Emanuele. Ormai che l'esilio dei Savoia, iniziato con Umberto II
detto 'il Re di Maggio' perché regno' solo nel maggio del 1946, sta per
terminare, forse è opportuno conoscerli meglio. I Savoia dell'unità
d'Italia non sono dei Savoia "puri", il cui ultimo
rappresentante fu Carlo Felice, ma appartengono a un ramo cadetto, quello
dei Carignano. Carlo Alberto infatti non era figlio di Vittorio Emanuele I
mai bensi' di Carlo Alberto di Carignano. Fu la legge salica, quella che
vietava la successione al trono alle donne, a consentirgli di succedere a
Vittorio Emanuele I, il cui figlio maschio era morto. Ma non bisogna
pensare che le cose per Carlo Alberto fossero andate tanto lisce, non
erano mancati infatti intrighi volti ad escluderlo dalla successione.
Dopotutto la prima figlia di Vittorio Emanuele I era sposata al Duca di
Modena, un Asburgo, e Metternich avrebbe volentieri abolito la legge
salica pur di favorirne l'ascesa al trono. Non ci riusci' per la fiera
opposizione di Talleyrand; i francesi non avevano nessuna voglia di vedere
un austriaco a Torino. Tornando ai giorni nostri, c'è un altro Savoia che
abbiamo imparato a conoscere. Si
tratta di Amedeo, III Duca d'Aosta, garbato signore che le cronache
indicano impropriamente come cugino di Vittorio Emanuele, e preferito a
quest'ultimo da una parte consistente dei monarchici. Ma quale posto
occupa nella linea dinastica dei Savoia? Ebbene discende da quell'omonimo
Amedeo, I Duca d'Aosta, figlio di Vittorio Emanuele II; questi era il
primo dei due figli di Carlo Alberto e padre di Umberto I, bisnonno
dell'attuale Vittorio Emanuele. Abituiamoci a sentir parlare di loro perché
nonostante i proclami dai quali si sono fatti precedere, è improbabile
che rientrino per passare inosservati. E speriamo bene. Tanto per la
cronaca, non sarà male ricordare che Umberto I lasciò l'Italia il 13
giugno 1946: cioè quando già si conosceva il risultato (favorevole alla
Repubblica) del Referendun Popolare del 2, ma prima dell'annuncio
ufficiale da parte della Corte di Cassazione, avvenuto solo il 18. Questo
'tempismo' gli consentì di non riconoscere esplicitamente, né allora né
poi, il verdetto popolare.
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FIORE POETICO
Qual sorriso d'aurora a noi venisti
Dal balzo opposto dell'adriatica riva;
T'avvolse onda di plausi, e ne gioisti
Mite, Modesta e pur fulgente Diva
Sposa, madre, regina, in Te s'avviva
L'alta idea della donna: e al trono acquisti
Affetto nuovo e salda fede e viva,
Vincol di pace, il cui valor sentisti.
Dolcezza di pietà t'arride in core
Il duol temprando al misero; e il tuo serto
Virtù, saggezza ingemmano ed amore,
Salve, o Donna regal, ti danzin l'ore
Festose, agili, care, e ben n'hai merto,
A Te che sei d'Italia il più bel fiore.
Carlo Augias
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NUOVI ITINERARI
E VECCHIE TRADIZIONI
di Lea Mina Ralli
Che il mondo sia cambiato non è una novità, ma mai come ora c'è una ricerca appassionata per riportare in auge le antiche tradizioni . Ne sono interessati, specialmente, gli Enti preposti alla promozione turistica che organizzano speciali gite e viaggi al solo scopo di rivalutarle.
Pertanto i nuovi itinerari si orientano verso le date delle feste patronali di ogni luogo, per riunire le persone del posto magari per ridare lustro alle vecchie ricette di piatti usuali che acquistano, in questo modo, il sigillo DOC al quale tutti aspirano. Abbiamo visto che i mass media, riserbano spazi rilevanti ai costumi di ogni paese presentato e, soprattutto ai prodotti tipici del luogo.
I nuovi itinerari delle guide turistiche mirano, soprattutto, a far conoscere questi aspetti senza trascurare le visite culturali nel senso stesso della parola.
Questa rubrica intende presentarne qualche aspetto significativo prendendo in esame alcuni luoghi che più attraggono i viaggiatori della "domenica" che stanchi dalla vita cittadi
na intendono conoscere meglio la Provincia.
E la provincia di Roma ha molto da offrire se si considera che molte tradizioni sono etrusche e sabine.
Un itinerario attraente potrebbe essere quello naturalistico, che prendendo il via dalle aree nord ovest e litorale sud della capitale si spingono alle verdi vallate della Tolfa fra boschi Da Civitavecchia a Torre Astura si susseguono spiagge e centri abitati che dal mare hanno tratto vita e sostentamento. Come affascina la visione di ruderi che raccontano vite campestri svolte fra campi di grano e vigneti.
Come non parlare dei Castelli che sono il polmone della città in cui convogliano prodotti ancora coltivati coi sistemi primordiali che conservano gli antichi sapori che sono la base insuperabile di una cucina semplice e sempre ricercata dai buongustai di ogni parte del mondo
Volta a volta prenderemo nota degli itinerari più visitati e delle tradizioni che non debbono essere dimenticate.
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NANNI
ALL'ATTACCO
di Giuseppe Trabace
Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Nanni Moretti, il regista feticcio della sinistra, dimentica il suo mestiere di uomo di cinema spesso efficace, parte all'attacco contro i politici attualmente al vertice dell'Ulivo ed, infine si scatena guidando un girotondo alternativo di delusi della sinistra.
La prima scena si svolge a Roma in Piazza Navona. Il giorno è sabato 2 febbraio, la
manifestazione politica è stata indetta dalla coalizione dell'Ulivo per denunciare per l'ennesima volta la politica del Governo Berlusconi sul tema della giustizia. Il rito, in una piazza semivuota, comincia con i soliti, forse scontati, interventi dei leaders dei vari partiti. Un "carneade" di Firenze, tale professor Pardi, sale sul palco e scalda la piazza accusando i vertici dell'ulivo di tiepidezza verso le malefatte del Governo di centro destra.
E' il momento giusto. Il regista romano afferra il microfono e, con voce un po' afona per la rabbia repressa, denuncia la crisi che attanaglia gli uomini del centro sinistra da Rutelli a Dalema a Fassino.
Moretti predica che altro ci vorrebbe, sul piano della lotta politica senza quartiere, contro un Berlusconi che, attraverso l'imbonimento delle televisioni di sua proprietà, si accaparra i voti dei poveri elettori. Lancia, infine, il suo monito che ci vorranno generazioni per scacciare l'odiato centro destra dal governo del paese "perché con questi dirigenti non vinceremo mai. Gli elettori della sinistra di oggi non meritano lo spettacolo penoso dei loro vertici".
La seconda scena si svolge a Roma in Piazza Cavour domenica 17 febbraio. La manifestazione consiste in un girotondo attorno al Palazzaccio, sede della Corte di Cassazione, di rappresentanti della società civile per protestare - tanto per cambiare! - contro "le recenti iniziative politiche del Governo sui temi della giustizia".
Il girotondo è convocato non da politici di mestiere per carità.
Ci pensano un gruppo di donne, naturalmente "apolitiche", ma che - guarda un po'! - si dichiarano "stufe di assistere impotenti all'autodistruzione dell'Ulivo". Arrivano circa 5000 persone tutte apolitiche. E chi ne dubita?
Al centro della scena il divo Nanni con i capelli scomposti e elegante giacca di velluto sulla camicia azzurro mare. Il suo sguardo si fissa sulla folla vociante e poi maestosamente respinge la richiesta dei suoi fans di candidarsi alle prossime elezioni. Infine guida allegramente il girotondo mentre la gente urla: "resistere, resistere!", naturalmente contro l'antidemocratico Governo di centro destra.
Ci sarebbe un terzo scenario ed è il raduno degli intellettuali convocato dallo stato maggiore dei DS il 22 febbraio a Roma all'Istituto S.Michele.
Il problema è che in questa sede ufficiale il Moretti alternativo presenzia ma non parla.
Questa la cronaca che ci dà anche l'immagine della crisi di un'opposizione statica e dei suoi capi divisi fra loro ma ben attenti a non perdere fette di potere personale. Pare abbastanza evidente che le sparate populistiche di Moretti hanno certamente fatto breccia nei militanti più radicali e che i responsabili dei DS si sono affannati ad esibire aperture verso lui e verso quella classe intellettuale che milita a sinistra.
Marcata peraltro l'insofferenza del celebre attore -regista verso chi non la pensa come lui. Non è una novità. In passato le sue rabbiose invettive si sono rivolte verso il centro destra ma anche verso il mondo della sinistra rappresentato da Rifondazione comunista. Moretti- assieme a molti intellettuali schierati a sinistra- sogna semplicisticamente che con una valanga di no ad ogni iniziativa del Governo in carica si possa raggiungere l'optimum.
A lui importa poco il ruolo delle opposizioni nelle democrazie avanzate o che le critiche distruttive siano di scarsa utilità ai cittadini desiderosi di risposte concrete ai molti problemi sul tappeto, quali la disoccupazione, la malasanità, la progressiva distruzione dell'ambiente naturale. Le sue performance pubbliche con evidente, forse studiato, impatto mediatico hanno vasta eco e questo a lui sta bene. Non a caso l'acuto critico televisivo Enrico Ghezzi, inventore di "Blob", in sede di commento al "fattaccio" di Piazza Navona, ha detto: "Nanni è affetto da narcisismo come un eroe del grande fratello". |