Una
giornata buia e piovosa quel pomeriggio del 24 dicembre. A Roma nei
pressi di Piazza Bologna la gente si affrettava per le ultime
compere. Molti portavano delle grandi buste di plastica da cui
spuntavano dei pacchetti avvolti in sgargiante carta colorata.
Giovanni camminava solitario per Viale delle Province protetto da un
ombrello troppo grande, osservava quel via vai con sguardo
indifferente. Dentro il suo animo era amareggiato e sconvolto.Quei
passanti gli sembravano persone senza volto. Gli pareva addirittura
che alcuni di essi quasi corressero con il viso coperto da maschere
carnevalesche. Si scosse, si interrogò sull’assurdità delle sue
fantasie. Poi mormorò tra sé "Questo Natale mi disgusta, sono quì a
passeggiare senza meta, è l’ora di tornare a casa e di abbrutirmi
con tanta televisione zuccherosa dove belle pupe, naturalmente
poco vestite, ripeteranno all’infinito che oggi siamo tutti più
buoni e solidali verso il prossimo, e domani? Chissà!".
Lo aspettava una casa buia e vuota. Solo un anno prima Ester, la sua
compagna, lo aveva lasciato dopo otto anni che stavano assieme. Era
una coppia senza figli come tante altre. Dopo l’iniziale passione
amorosa il solito tran tran, poco dialogo, molta attenzione alle
spese, qualche litigio astioso, sempre voluto da lui, su dove andare
in vacanza sia pure per non più di quindici giorni in un anno. Amici
pochi, si frequentavano di sovente con un’altra coppia più giovane
di loro. Dei due il più allegro e disinvolto era Claudio mentre la
moglie Isa era riservata, quasi scontrosa. Organizzava delle
seratine mica male quel Claudio. Senza preavviso si presentava con i
biglietti già acquistati per un spettacolo teatrale d’avanguardia o
li portava in qualche localino accogliente dove si suonava del buon
Jazz. Era una piccola boccata d’aria per Ester ma Giovanni sbuffava
rimpiangendo le sue pantofole, il suo libro giallo, la partita di
calcio in tv……. Ester scherzava volentieri con Claudio anche se gli
occhi di Isa tradivano bagliori di rabbia quando il marito andava un
po’ oltre. Giovanni quasi sempre taceva masticando il suo sigaro
acceso e limitandosi ad emettere qualche suono di approvazione poco
convinta. L’amore tra Giovanni ed Ester sembrava spento o quasi,
eppure lui ad un tratto cambiò. Gli parve di vedere, allorché
incontravano Claudio, che l’espressione di lei mutasse, il sorriso
fosse più dolce, il suo corpo si tendesse come una corda. Una sera
dei primi di dicembre, tornando a casa dopo aver cenato con i due
amici in un minuscolo ristorante al centro di Roma, Giovanni sbottò
con voce alterata "Sembravi non lasciarla mai la mano di Claudio
quando ci siamo salutati, non ti è importato nulla nemmeno quando
Isa ti ha fulminato con lo sguardo! Ma tu credi veramente che io me
ne starò a guardare?". Ester non rispose ma la sua occhiata di
delusione profonda non gli sfuggì. Per giorni il gelo calò sui due,
Giovanni chiuso nei suoi cupi pensieri, Ester incapace di reagire
alla situazione che si era creata. Pochi giorni prima di Natale
Giovanni, rientrando a casa, trovò sul tavolo del salotto un
bigliettino. Ester gli diceva con poche frasi che non poteva
sopportare più i suoi sguardi di rimprovero, che non rimpiangeva
nulla ma che la loro storia era finita. Stracciò quel biglietto con
rabbia, si stordì ingurgitando molti bicchieri di cognac, poi cadde
in un sonno profondo.
Il tempo passò, lui non la cercò, probabilmente si era rifugiata
presso una sorella più anziana che viveva da sola al Prenestino.
Ester, poi, godeva di un vitalizio e non si fece mai sentire per un
aiuto economico.Eppure non riusciva, nonostante ogni sforzo, a
dimenticarla, quella casa gli sembrava un sepolcro, sentiva che
quella presenza discreta della donna aveva alla fine riempito una
vita, la sua, così priva di valori. Anche quegli abbracci impacciati
che di rado si scambiavano un tempo nel buio della loro stanza ora
erano un ricordo gradevole. Pensava l’uomo che forse si erano voluti
bene ma che era mancato un qualcosa che non sapeva spiegarsi. I mesi
di quel brutto anno trascorsero tristi anche se spesso durante la
giornata, quando usciva o rincasava, Giovanni, si sentiva come
osservato da qualcuno. Non sapeva chi fosse, ma in quei momenti il
senso di vuoto che lo attanagliava pareva dissolversi
Quella sera del 24 dicembre si avviava meditabondo verso la sua casa
quando passando dinanzi ad una chiesetta sentì un coro di voci di
fanciulli che intonavano un notissimo canto natalizio. Già anche
lui da ragazzo aveva fatto parte di un coro presso la parrocchia
del suo quartiere, ricordava la gioia di vedere fondere la sua voce
con quella degli amichetti, l’entusiasmo di cantare quegli inni per
salutare l’arrivo tanto atteso del divino bambino. Entrò nella
chiesa, quei volti dei ragazzi del coro,coloriti per
l’emozione,davano un senso di serenità e di pace.Da quanto tempo
aveva dimenticato tutto ciò? La sua vita era stata un susseguirsi di
giorni sempre eguali senza mai interessarsi al prossimo che gli era
d’attorno. I suoi desideri? Quelli di soddisfare i bisogni
materialistici, chiuso ad ogni idealità. Una donna forse lo aveva
amato, ma lui l’aveva prima ignorata e poi ingiustamente offesa. Ad
un tratto si sentì di nuovo osservato, si voltò di scatto ed ecco a
pochi metri da lui, sul fondo della chiesa Ester che lo guardava
intensamente con gli occhi umidi di lacrime. Capì subito che quella
donna, che sembrava scomparsa, da mesi lo aveva seguito, aveva
contato i suoi passi, a suo modo non si era allontanata del tutto.
Le si avvicinò, la prese delicatamente per un braccio, uscirono dal
luogo sacro. Si guardarono profondamente negli occhi, come da tanto
tempo non succedeva, poi lei a voce bassa “ Giovanni, lo so che hai
tanto sofferto perché me ne sono andata, la colpa è stata anche mia,
non ho saputo capirti, non ho accettato che mi credessi quello che
non ero, non ho però saputo fare a meno del tutto di te, ho
rimpianto perfino i nostri silenzi. Non ce la faccio a guardarti da
lontano anche in questa sera particolare, di speranza per tutti. Se
vuoi torno con te“. Giovanni non disse nulla, le accarezzò il volto,
le circondò le spalle con il suo braccio. Si incamminarono nella
notte.
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