Quel
tombino era il suo portone, la sua finestra sul mondo esterno. Si
vedeva apparire il suo musetto e con il naso arricciato controllava
la via. Non poteva sapere di non essere desiderato e, spaventato, si
ritirava al minimo rumore. Qualche volta però l’aria era tersa,
nessun disturbatore in vista e allora ... tip, tip, tip usciva un
bel topo di fogna lungo una ventina di centimetri. Annusava di qua e
di là, attraversava la strada e spaventando a sua volta i passanti,
si faceva una bella passeggiata. Ritornava sempre nel suo tombino -
finché un giorno uscì senza precauzioni e si trovò due grossi piedi
a sbarrare la strada. Non poteva tornare a casa e si rifugiò nel
nostro negozio pieno di biciclette. Si rese subito conto di non
essere il benvenuto perché tre paia di gambe e tre scope si
avvicinarono minacciose. Aveva ormai il magone e cercò una via di
scampo, sbagliando direzione. Alle scope si aggiungevano ruote che
vennero spostate, rumori di macchinari trascinati via; il povero
topo non poté fare altro che nascondersi. Mentre questi umani
cercavano freneticamente, lui aveva trovato un angolino tranquillo e
forse già pregustava qualche cenetta a base di gomme e fili
elettrici. Ma non era la sua giornata fortunata; due occhi attenti
lo scovarono e - zac - che arrivò la scopa. Non fu colpito, ma
decise che era meglio cambiare aria. Si arrampicò su una bici, idea
non geniale perché giunse un colpo di scopa, e via alla prossima
bici con il medesimo risultato. Finalmente vide l’uscita, ma nella
fretta mancò la porta e urtò violentemente contro l’anta . Il
guerriero cadde a terra esanime e fu portato senza gloria su un
raccoglispazzatura fino al suo tombino. Per due giorni non si
affacciò e non vide che questi umani crudeli avevano messo
impedimenti vari intorno al suo portone. Non che questo gli avesse
impedito l’uscita, ma quando si hanno quattro zampe da controllare è
sempre difficile evitare inconvenienti. Il nostro topo era
abbastanza furbo e presto lo vedemmo di nuovo a passeggio. Anche
questa volte riuscì a far cambiare marciapiedi a due persone, ma
proprio quel giorno qualcosa deve essere andato storto. Se fosse
stato per i postumi dell’incidente, se avesse la luna per traverso
per colpa nostra e di quel gatto che stava eternamente nei paraggi
di casa sua anche se non pericoloso, visto che a grossi topi
preferisce scatolette da supermercato, non si sa, ma la sua
vigilanza era chiaramente abbassata. Non tornò a casa sua, non si
faceva vedere, e il giorno appresso un grande topo molto piatto,
ormai riconoscibile solo dal suo pelo grigio giacque in mezzo alla
strada.
Ultimamente un suo parente si affaccia spesso
con aria circospetta.
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