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La « discrimination capillaire », un phénomène largement ignoré en France

[Non-Discrimination] Au Royaume-Uni, Unilever a annoncé mardi (5 janvier) son soutien aux organisations luttant contre la "hair discrimination". La discrimination liée aux cheveux est une thématique largement ignorée en France.

One Planet Summit : la finance au chevet de la biodiversité

Lundi, différents chefs d’État, entrepreneurs et chercheurs se réuniront à l’occasion de la 4e édition du One Planet Summit, axé cette année sur la protection de la biodiversité. En pleine pandémie mondiale, la prise en compte du vivant par les...

À la suite de la prise d’assaut du Capitole, les appels à destituer Donald Trump se multiplient

[Monde] De plus en plus de législateurs et représentants du gouvernement parmi les républicains et les démocrates appellent à destituer Donald Trump à la suite de l’insurrection au Capitole qui a éclaté mercredi (6 janvier). Un article d'Euractiv Allemagne.

Berlin entend accélérer la féminisation des instances de direction des entreprises

[Non-Discrimination] L'Allemagne a décidé mercredi (6 janvier) de renforcer sa loi sur la mixité concernant les postes à responsabilité. Après les conseils de surveillance, c'est aux conseils d'administration des grandes entreprises de se voir imposer des quotas de cadres au féminin.

Face à l’insurrection au Capitole américain, la droite européenne joue les funambules

[Monde] Tandis que le Congrès américain a confirmé la victoire de Joe Biden dans la nuit de jeudi (7 janvier), de plus en plus de voix s’élèvent à travers le navire européen, notamment au sein de la droite, et condamnent l’insurrection pro-Trump au Capitole.

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La rivolta di Washington e il disgelo nel Golfo
8 gennaio 2021

Nelle ore successive all'assalto degli insorti pro-Trump, il Congresso degli Stati Uniti ha ripreso la seduta plenaria e ha ratificato l'elezione di Joe Biden alla presidenza: il 20 gennaio l'insediamento (e qui il nostro Speciale sull'agenda della nuova amministrazione). Sale intanto a cinque il numero delle vittime della rivolta a Capitol Hill; mentre Trump si impegna a una transizione pacifica, ma incoraggia i suoi: "Il nostro viaggio è appena cominciato".

La settimana che sta per concludersi ha visto anche un rapido disgelo nel Golfo, dopo tre anni e mezzo di embargo che avevano messo il Qatar ai margini: l'Arabia Saudita si muove da leader nella regione, ma il futuro dei rapporti è tutto da scrivere. Come incerta è la situazione in Kosovo, dopo la fine anticipata della legislatura. Questo e molto altro ancora su AffarInternazionali, la rivista dello IAI.

ARTICOLI
 INSURREZIONE PRO-TRUMP A CAPITOL HILL
Il giorno più buio della democrazia americana
 

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È di quattro morti, tra cui una donna uccisa da un colpo di arma da fuoco, 13 feriti e 52 arresti il bilancio – provvisorio – degli incidenti di ieri a Washington, dove centinaia di sostenitori di Donald Trump, aizzati dal presidente che...

 EQUILIBRI NEL GOLFO
Disgelo con il Qatar: l’Arabia Saudita impone la sua leadership
 

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Dopo tre anni e mezzo di embargo, il Qatar viene riaccolto dai vicini. Sicuramente dall’Arabia Saudita, con pragmatismo e gradualità. La “Dichiarazione di Al Ula”, firmata il 5 gennaio dagli Stati del Consiglio di cooperazione del Golfo (Gcc; cioè, Arabia...

VOTO ANTICIPATO A FEBBRAIO
Il sismografo politico del Kosovo continuerà a oscillare per tutto l'anno
 

di Dario D'Urso 

Il 2020, al netto della pandemia, si è dimostrato un anno politicamente molto intenso per il Kosovo: la sentenza della Corte costituzionale di Pristina dello scorso 22 dicembre sembrerebbe indicare una stagione ugualmente vivace per il 2021.

IL FUTURO DOPO COTONOU
Il 2021 porterà un nuovo accordo fra Ue e Paesi del Gruppo Acp
 

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Il 2020 prometteva di essere un anno di svolta per le relazioni fra Unione europea e Africa, ma l’impatto della pandemia ha pesantemente ridefinito le priorità reciproche, facendo anche riemergere le divergenze politiche che già covavano al di sotto della...

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Comunicato stampa MFE
 
 
 
 
 

LA CRISI DELLA DEMOCRAZIA AMERICANA CHIAMA L’EUROPA
AD ASSUMERSI LE PROPRIE RESPONSABILITA’ GLOBALI

 
 
  • L’episodio di ieri dell’assalto al Campidoglio è stato un vulnus drammatico per la democrazia degli Stati Uniti; ma è stato anche la manifestazione eclatante della fragilità e della debolezza del Paese che rimane nonostante tutto il più potente al mondo e che condiziona tutta la politica estera degli alleati democratici e le relazioni internazionali
 
  • Per gli Europei c’è una sola lezione da trarre dalla situazione americana: rifuggire la tentazione di affidarsi alla “solidità delle istituzioni democratiche americane” e alla forza “dei checks and balances” della Costituzione federale, e capire che ora sono gli USA ad aver bisogno di un’Europa forte e determinata, una potenza positiva alleata che li guida nel governo di un mondo che loro hanno costruito, ma che non sono più in grado di indirizzare
 
  • Come il MFE ricordava nel suo comunicato stampa diffuso dopo la vittoria di Biden, “Solo completando la sua unificazione, l'Europa contribuirà a sconfiggere nel suo seno e nel mondo intero i seguaci del tycoon americano”. Quanto accaduto ieri ha dimostrato quanto è vero questo assunto; ora possiamo solo impegnarci affinché l’attacco al Campidoglio spinga gli Europei ad assumersi le proprie responsabilità globali
 
 
 
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A seguire la dichiarazione completa
 
 
Dopo quanto avvenuto ieri negli Stati Uniti, con l’assalto al Campidoglio da parte dei movimenti armati che sostengono Trump, diventa sempre più urgente e indispensabile per gli Europei riflettere sul loro rapporto con gli USA e sul futuro che vogliono costruire per sé e per il mondo.

L’episodio di ieri è stato un vulnus drammatico per la democrazia degli Stati Uniti; ma è stato anche la manifestazione eclatante della fragilità e della debolezza del Paese che rimane nonostante tutto il più potente al mondo e che condiziona tutta la politica estera degli alleati democratici e le relazioni internazionali. Per questo, il problema della crisi del sistema americano non è solo un problema interno, ma è un problema per il mondo intero. Sperare che la leadership americana abbia la forza di ridisegnare l’ordine internazionale e di guidare la nascita di un nuovo multilateralismo cooperativo significa voler chiudere gli occhi di fronte alla realtà.

Lo spettacolo offerto ieri dalla folla, che nessuno ha fermato nella sua marcia verso e dentro il Campidoglio, perché si trattava di sostenitori del presidente ancora in carica, e la tracotanza che gli aggressori hanno ostentato, dimostrano che la presidenza di Biden non potrà non essere pesantemente condizionata dalle tensioni interne che l’accompagneranno. Come ha tweettato lo stesso Trump, questo passaggio è parte di una strategia della tensione che continuerà, guidata dall’obiettivo del Make America Great Again, per riprendere le parole del presidente uscente. Trump e i movimenti cui fa riferimento – che rappresentano una parte non marginale del Paese – hanno preparato il terreno per contestare e indebolire la legittimità del governo federale; ora che queste forze hanno trovato corrispondenza ai massimi livelli istituzionali, andranno oltre lo stesso Trump, troveranno nuovi leader e non si placheranno, alimentate da una crisi profonda del modello sociale e della dottrina economica americani.

Sicuramente nei prossimi giorni si vedrà se almeno la reazione ex-post riuscirà ad essere adeguata (trovando gli strumenti per incriminare o rimuovere Trump), o se gli Stati Uniti rimarranno in balia di un personaggio che usa la propria posizione istituzionale per negare i fondamenti del sistema democratico americano e chiamare alla rivolta le frange violente, vagheggiando il colpo di Stato. Tuttavia, persino nella prima ipotesi – per non parlare della seconda – la discesa del sistema statunitense nell’abisso del populismo e la forza politica guadagnata da chi nega i valori e i principi universali liberali e democratici rendono gli USA, come Paese e come potenza, un’anatra zoppa.

Per gli Europei c’è una sola lezione da trarre dalla situazione americana: rifuggire la tentazione di affidarsi alla “solidità delle istituzioni democratiche americane” e alla forza “dei checks and balances” della Costituzione federale, e capire che ora sono gli USA ad aver bisogno di un’Europa forte e determinata, una potenza positiva alleata che li guida nel governo di un mondo che loro hanno costruito, ma che non sono più in grado di indirizzare. Utopia pensare che gli Europei possano fare un passaggio del genere? No, solo presa d’atto dei cambiamenti avvenuti nello schieramento occidentale e delle nuove responsabilità che competono ad un continente che può offrire un modello positivo per il mondo. All’Unione europea basterebbe poco per fare il passaggio politico-istituzionale federale, costruendo su quanto già fatto in campo monetario ed economico. Con il Next Generation EU ha già posto le basi per la nascita di una sovranità europea in campo economico, che a questo punto deve solo essere consolidata riformando i Trattati con l’attribuzione della competenza fiscale al Parlamento europeo. Questo sarebbe sufficiente per portare l’UE a diventare subito il punto di riferimento del governo economico della globalizzazione, e questo accelererebbe i passaggi analoghi in tutti gli altri settori necessari.

Come il MFE ricordava nel suo comunicato stampa diffuso dopo la vittoria di Biden, “Solo completando la sua unificazione, l'Europa contribuirà a sconfiggere nel suo seno e nel mondo intero i seguaci del tycoon americano”. Quanto accaduto ieri ha dimostrato quanto è vero questo assunto; ora possiamo solo impegnarci affinché l’attacco al Campidoglio spinga gli Europei ad assumersi le proprie responsabilità globali.


Pavia, 7 gennaio 2021
 
                                                         Newsletter n. 170

Quando è a rischio la libertà di stampa, la democrazia soffre.
 

La ricerca della Fondazione Murialdi sul giornalismo italiano dalla caduta del fascismo alla Costituente ad opera di Giancarlo Tartaglia, pubblicata da Il Mulino e in libreria dal 14 gennaio, è stata oggetto di una recensione su Il Fatto Quotidiano da parte di Giovanni Valentini il 2 gennaio scorso. Riportiamo di seguito il testo dell’articolo.


 

“La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare” (Piero Calamandrei)

Se è sempre valida la libertà in generale, la citazione del giurista Calamandrei riportata qui sopra lo è a maggior ragione per la libertà di stampa. Tanto più in un periodo storico come quello che stiamo vivendo, segnato dalla crisi dell’editoria, dal declino dell’informazione professionale, dai social network e dalle fake news. E’ proprio quando comincia a mancare la libertà di stampa, infatti, che se ne apprezzano di più la funzione e la necessità. E allora è a rischio anche la qualità della vita democratica.

Può essere utile a tutti, perciò, leggere il saggio di Giancarlo Tartaglia, segretario generale della Fondazione Paolo Murialdi, intitolato Ritorna la libertà di stampa (il Mulino). Sulla base di una ricca documentazione, il volume ricostruisce le vicende del giornalismo italiano nei quattro anni cruciali (1943-1947) tra la caduta del fascismo e la Costituente. Una “zona crepuscolare”, per dirla con lo storico inglese Eric Hobsbawn, di cui conserviamo la memoria attraverso i libri e la testimonianza dei nostri padri.

Per la stampa nazionale, quello fu un passaggio sofferto e tormentato che tuttavia conteneva i germi di una rinascita decisiva per la nostra democrazia. Ma il saggio di Tartaglia diventa di particolare attualità nella fase che stiamo attraversando: una fase in cui, purtroppo, ci manca l’aria e non solo metaforicamente. Fra le tante severe lezioni impartite dall’epidemia, c’è anche quella che riguarda l’attendibilità e l’affidabilità delle notizie infettate dal virus della disinformazione o della cattiva informazione.

Nel ventennio fascista – racconta l’autore del libro – “la visibilità dei giornalisti era stata maggiore di qualsiasi altra professione”. Medici, avvocati, ingegneri, architetti avevano potuto attraversare la dittatura senza la necessità di compromettersi né a favore né contro il regime. E invece, come scrisse Luigi de Secly, il direttore che avrebbe guidato la Gazzetta del Mezzogiorno di Bari dal ’43 al ’60, unico quotidiano a non sospendere mai le pubblicazioni durante la transizione, “non così purtroppo è avvenuto per i giornalisti, per i quali la politica era un ferro del mestiere e specialmente per coloro che come noi traevano dall’esercizio professionale lo stretto necessario per l’indispensabile pane quotidiano”. Altri, come Raffaele De Luca dalle fila del Partito d’Azione, sosteneva piuttosto che quella dei giornalisti era la “classe più screditata d’Italia, ancor più della burocrazia corrotta”, perché la grande maggioranza di loro per vent’anni aveva “anteposto la carriera alla propria coscienza”.

Oggi che il fascismo fortunatamente non c’è più, la libertà di informazione è minacciata dalla crisi economica dell’editoria; dalle maxi-concentrazioni; dall’assalto dei grandi gruppi industriali che perseguono i propri interessi e i propri affari; dallo sfruttamento dei giornalisti, sempre più precari e malpagati o non pagati affatto; e perfino dall’incertezza delle loro pensioni, insidiate dalla diminuzione dei redattori professionisti e dei contributi previdenziali. Tant’è che ora il governo promette d’intervenire per legge, come reclama la Federazione nazionale della stampa: da una parte, con il cosiddetto “equo compenso” e, dall’altra, con l’allargamento della base ai “comunicatori” che lavorano negli uffici stampa degli enti pubblici o delle aziende private.

C’è bisogno di far circolare più aria, in questo 2021 che comincia, anche all’interno delle redazioni dei giornali e in tutto il sistema dell’informazione. A favore dei giovani, innanzitutto. Ma più in generale a beneficio dei cittadini, del pluralismo e della libertà di stampa.


 


 


 

sito: www.fondazionemurialdi.it

 
 

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"If we are lucky, the post-pandemic will bring us all closer together — because those of us who were fortunate enough to survive will look at our fellow-human beings, first and foremost as such, joint survivors of a long and dark struggle."

2021: The Year of the Great Appreciation

Not a New Year’s prediction, but looking at the rays of hope that could re-energize us all


"Historical, the Democrats certainly have reason to cheer, but with the slightest difference imaginable in the Senate (50 to 50, with a casting vote for new Vice resident Kamala Harris), they have to compromise with the Republican opposition on some points."

Democratic Senate will not give Biden wings

The Democrats took control of the US Senate last night, winning two seats in the southern state of Georgia


"The faster rate at which the UK, Israel and the US are vaccinating is increasing pressure on EU governments and particularly the European Commission, which is coordinating the joint EU vaccine strategy."

European Commission vaccine competence?

With vaccination campaigns in EU member states stalled because there is not enough of approved vaccines, vaccination in the United Kingdom is going fast, due to the urgence of the situation


"Kazakhstan will soon need a national resilience strategy, which articulates together with a national soft power strategy, both of which will act as the transmission belts between internal stability and prosperity and the dynamics of world affairs."

Read between the lines Kazakhstan’s messages in 2021

In a recent bold article on the long history and presence of the Kazakhs in Central Asia since millennia, president Tokayev seems to be saying that Kazakhstan will show up any regional states that may be tempted to gluttonously look at Kazakhstan’s territory


TrendForce noted a greater proportion of devices produced this year are likely to support 5G, with 37 percent of new handsets expected to use the latest network technology compared to 19 percent in 2020.

Huawei plunged out of device top 6

TrendForce, an analyst company, predicts global smartphone production to begin its recovery in 2021 after dropping 11 percent in 2020


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